Darko Moraes e Fatima Ribeiro
Ritrovare sé stessi cercando una ragazza scomparsa nella rete criminale della tratta.
La scuola della vita
La sorella di Darko, Stella, è insegnante e la sua studentessa Fatima improvvisamente scompare. Grazie all’amico poliziotto Filippo e a Stella, Darko si mette sulle tracce di Fatima, cercando di risolvere questo mistero. “Mi ritrovai a cercare qualcuno di cui non sapevo nulla, in un mondo del quale non conoscevo nulla. […] Questo accadde mentre ero immerso nella ricerca di un me stesso eclissato.
Sul perché accettai di indagare sulla scomparsa di Fatima non ho una motivazione razionale […] Non avevo difese, avrebbe potuto succedermi qualsiasi cosa in quel periodo. Impazzire del tutto, diventare un allevatore di cani, un volontario della croce rossa, un camionista. Forse anche un killer. Invece mi capitò di investigare sulla scomparsa di una quindicenne”. Darko e Fatima sono differenti, ma anche molto simili: hanno età diverse, vite completamente diverse.
Ma stanno vivendo momenti di crisi che permettono loro di condividere un forte legame: entrambi sono messi a dura prova e vivono separazioni che li mettono di fronte a difficili scelte. Darko, fondamentalmente, nello svolgersi dell’azione, incarna la possibilità di una relazione tra adulti e adolescenti: due mondi che a volte sembrano molto distanti tra loro, a tal punto da apparire opposti e staccati.
Specchio della realtà
C’è molto in questo romanzo: tematiche importanti e problemi esistenziali come la tratta di esseri umani, la difficile adolescenza, il rapporto genitori-figli, il burnout. Argomenti che non solo formano e arricchiscono la storia, ma che permettono al lettore di riflettere su problematiche sociali. Per esempio:
“Come ha fatto a scomparire una ragazza che al suo seguito ha tutti questi servizi ufficiali e altamente specializzati nel sostegno delle persone”?
Questa è una storia di finzione, ma resa particolarmente vera grazie a personaggi e vicende realistiche e grazie a una prosa scorrevole e diretta. Il testo è quasi un diario di Darko Moraes, dal quale emergono emozioni, ansie, dubbi, ma anche forza, speranza e voglia di risalire da quel burrone nel quale il protagonista purtroppo è caduto. La forza di questo romanzo è l’immedesimazione con i personaggi: pochi, ma ben caratterizzati e sorretti da forti legami, molto credibili, basati su fatti di cronaca, come la schiavitù e lo sfruttamento di esseri umani deboli da parte di trafficanti.
Matteo Beltrami è stato operatore sociale in progetti di strada sia in Svizzera che nel Sudamerica. Attualmente lavora come educatore regionale di Scuola Media. Essendo a stretto contatto con gli adolescenti, l’autore fa trasparire con franchezza e credibilità le connessioni più deboli e problematiche di questo mondo.