Genitori trasparenti
Va bene gli scioperi, i voli cancellati, le valigie da fare e i liquidi da tenere fuori dal bagaglio a mano (signora dell’aeroporto di Catania, la usi bene quell’acqua termale che mi ha confiscato), ma il vero stress dell’estate sono i campus estivi in cui rimbalziamo i nostri figli una volta terminata la scuola. Noi genitori siamo sudati e bianchi cadaverici a rincorrere orari e passaggi diversi ogni settimana (arriverà settembre, vero?! Tornerà quella routine benedetta?), i bambini invece sono abbronzatissimi, la pelle dorata, i capelli schiariti e le lentiggini sul viso. Certo, il tennis è faticoso, la pasta al pomodoro che gli servono non è proprio una delizia, la mattina in piscina fa freschino, ma tutto sommato se la cavano alla grande.
Al Campus nuovo, quello organizzato da una grande squadra di calcio che non possiamo nominare, ci sono tutte bambine più grandi. L’organizzazione è un tetris di passaggi in macchina complessi che richiede non solo metodo, ma necessità di socializzazione. Decido di scarificarmi per il bene della creatura: conoscere persone nuove l’aiuterà in questa specie di preadolescenza in cui navighiamo dal post pandemia.
Magari se io sono gentile con Marianna M., che ha una macchina a sei posti e una serie di figli molto belli e inseriti
(del resto anche lei è simpatica e ha delle chiappe tornite), i figli di Marianna M. saranno gentili con la mia bambina. Bambina, appunto. “Se per favore puoi evitare di mettermi in borsa il beauty case con scritto ‘andiamo dai nonni’ ”. Al primo giorno abbronzatura da muratore protesto, ero stata chiara sulla necessità di metterla ogni mezz’ora, del resto al mare lo facciamo sempre. “Dai mammaaa! Nessun altro la metteva!”. In macchina non devi essere gentile né simpatica. Guidi, metti della musica che non ti qualifichi come mamma che vuole fare la giovane simpatica (no, i Pinguini Tattici Nucleari no e neppure Sangiovanni. Figuriamoci Raffaella Carrà che poi ti metti a sculettare mentre sei al volante). Arrivi, consegni i figli, parli con gli adulti organizzatori per le questioni burocratiche, ma eviti ogni battuta e soprattutto le risate rumorose. Eccolo, è arrivato quel momento, quel tempo previsto, atteso e temuto. Quello del genitore trasparente.