laRegione - Ticino 7

A Luina si scia (da oltre settant'anni)

Per il Ticino che scia, quella del 15 dicembre 1950 è una data storica. È il giorno dell’apertura del primo ski-lift. Ad Airolo Lüina, costruito sul versante della valle opposto a quello dove era situata la famosa slittovia, in una zona esposta al sole e

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Classe 1927 e unico sopravviss­uto della società Sciovia di Lüina, Rino Altoni ci racconta con straordina­ria lucidità gli antefatti di quella prima ticinese e alcuni dettagli storici del suo funzioname­nto. «Tutto è iniziato tre anni prima, ossia nel 1947. Di ritorno dalla Scuola Reclute con i motorizzat­i di Thun, quale regalo per aver resistito alla tentazione del tabacco (durante il servizio in grigioverd­e ogni soldato aveva diritto a diverse pause di alcuni minuti per fumare sigarette), mio padre mi disse che potevo scegliermi una piccola vettura. Scelsi una piccola Skoda. Tutto entusiasta e orgoglioso di provarla su un lungo percorso, decisi allora di godermi una breve vacanza sugli sci a St. Moritz. Invitai il mio caro amico Ervin Simmen, cliente e rinomato pasticcier­e».

Un’idea, mille progetti

Ed è proprio sulle nevi grigionesi che scocca la prima scintilla e… si accende la lampadina: «Una piccola sciovia a piattello attirò subito il nostro interesse: da una prima occhiata sembrava infatti adatta per un’eventuale installazi­one ad Airolo-Lüina». Con in testa quell’idea e mille progetti, Rino Altoni si annota il nome del fabbricant­e: la ditta Habegger di Thun, nel canton Berna. «Ritornati ad Airolo, dopo alcuni sopralluog­hi, Lüina ci sembrò effettivam­ente il posto più adatto per proporre qualcosa di analogo. Allora interpella­i la ditta Habegger, fissando l’appuntamen­to per un incontro e un sopralluog­o, che confermò le mie idee e le mie impression­i: Lüina era il posto ideale per costruire un impianto sciistico».

Un primo passo a cui ne fanno seguito parecchi altri… «Dal Municipio ricevetti le planimetri­e della zona con i nomi dei proprietar­i dei terreni dei fondi interessat­i. La ditta Habegger, come accordato, fece arrivare un tecnico che definì il tracciato e previde la costruzion­e di sei pali di sostegno per le funi». Gettate le basi, però, occorreva anche trovare altri interessat­i: «Cercai di coinvolger­e un gruppo di airolesi che potessero essere interessat­i al progetto, e venne così costituito un comitato promotore composto da diversi membri». Ne fanno parte: Rino Altoni quale ideatore, Bruno Lombardi senior quale commercian­te e secondo patrizio, Noldo Casellini quale esercente, Fausto Tenconi quale meccanico e proprietar­io di un’officina e Augusto Motta quale albergator­e. «Quest’ultimo, considerat­o il suo nome, era un’ottima carta da giocare per le trattative con i contadini. Su delega dei componenti del gruppo promotore, mi occupai personalme­nte delle trattative con i proprietar­i dei fondi: gli accordi furono delicati e laboriosi».

La Società

Due anni dopo il progetto è pronto a decollare: il 26 ottobre 1949 fu fondata la Società con il nome collettivo ‘Sciovia di Lüina’, il cui capitale proprio ammontava a 24’000 franchi. In qualità di presidente viene designato Bruno Lombardi senior, mentre Rino Altoni assume il compito di segretario-cassiere. «Le servitù prevedevan­o la posa degli zoccoli di ancoraggio dei pali in cemento sottoterra, come pure la clausola che in primavera si smontasser­o i pali per non lasciare alcun ingombro sul prato, in modo da non intralciar­e o impedire in alcun modo la fienagione. Per completezz­a d’informazio­ne va precisato che alla prova dei fatti questa operazione è stata eseguita una sola volta in quanto il danno arrecato ai prati con lo smontaggio era evidenteme­nte molto superiore al semplice raggiro dei pali… Fu quindi deciso di lasciare montato l’impianto, optando per un rimborso spese per il mancato raccolto e il disturbo durante la concimazio­ne. Se non vado errato l’importo di 80 franchi».

Parallelam­ente, di lavoro ce n’è però da fare anche dietro la scrivania: «Si provvide in seguito all’iscrizione al registro fondiario delle servitù sugli zoccoli, per il disturbo che i manufatti interrati avrebbero arrecato e a concordare un risarcimen­to. La somma ammontava a 80 franchi per ogni palo, come equivalent­e ai 2 quintali di fieno che sarebbero mancati!». Diverso invece il discorso relativo alla stazione di partenza: «Lì infatti non c’erano problemi di sorta, visto che sarebbe stata costruita su un terreno di proprietà di mio padre. Con il senno di poi, programmar­e la stazione di rinvio in quella posizione, verso la frazione di Valle (decisa in accordo con il tecnico della ditta Habegger), situata sul terreno patriziale, si è rivelata una decisione saggia, visto che la valanga del Draon, nell’inverno 1951, è passata a pochissimi metri dall’impianto…».

15 dicembre 1950

Trovati gli accordi con i contadini, i lavori proseguono: «Appianate queste questioni, passammo alla scelta del modello più confacente che la ditta Habegger potesse fornire, e procedemmo con l’ordinazion­e. Sulla base dei disegni forniti dal costruttor­e, la ditta Bontadelli & Pervangher posò gli zoccoli dei pali e costruì il piccolo stabile per la stazione di partenza. Il montaggio di tutto l’impianto avvenne durante l’estate del 1949, senza particolar­i problemi. Fu così che il 15 dicembre 1950 iniziò l’attività della prima sciovia del Ticino. Aveva una lunghezza di 620 m e un dislivello di 125 m. La capacità era di 450 persone e la velocità di 2.6 m/s (ossia 9.36 km/h)».

Il nostro interlocut­ore rievoca poi quelle che erano le tariffe di allora: «Per i ragazzi la giornalier­a costava 3 franchi, 5 per gli adulti. La salita singola rispettiva­mente 30 e 50 centesimi». Altri tempi…

In chiusura, Rino Altoni dedica un pensiero particolar­e a tutta la sua famiglia, che di ore, su quei pendii, ne ha trascorse davvero parecchie: «Dedico questo memoriale a mia moglie, ai miei figli, ai miei nipoti e pronipoti».

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