Ridurre da 7 a 5 i municipali? Idea che non piace
Brissago, la riduzione dei municipali a 5 chiesta da una mozione non piace La proposta avanzata da Pensiero libero e Salva Brissago è prematura e comporterebbe troppi svantaggi secondo l’attuale Amministrazione
Una riduzione del numero dei componenti degli organi istituzionali comunali? Se ne discute a Brissago, dopo che il legislativo, negli scorsi mesi, ha deciso di accogliere la proposta municipale di portare, a decorrere dalla prossima primavera (in concomitanza con le elezioni comunali) a 20 il numero dei suoi attuali 30 membri. Stavolta, in ballo, vi è una proposta (contenuta in una mozione, datata 16 marzo 2015, a firma dei gruppi Pensiero libero brissaghese e Salva Brissago) che tocca da vicino proprio l’esecutivo. In sintesi, i due schieramenti suggeriscono, rifacendosi proprio alle stesse motivazioni che sono alla base della riduzione dell’organico del legislativo (vale a dire difficoltà nel reperire persone disposte ad impegnarsi in politica), di portare dagli attuali 7 a 5 il numero dei municipali nel borgo di confine. Un’idea condivisa dalla Commissione delle petizioni ma che non trova d’accordo i diretti interessati del Municipio. Soprattutto per ragioni di carichi di lavoro e tempistica. Un preavviso negativo che Roberto Ponti, sindaco, così riassume: «La nostra non è un’obiezione di principio, sia ben chiaro. Riteniamo tuttavia che questa proposta non possa essere realizzata nei termini prescritti dalla mozione, vale a dire a decorrere dal mese di aprile del prossimo anno. Portare a 5 il numero dei municipali richiede, infatti, una riorganizzazione a livello amministrativo che non può essere realizzata da un giorno all’altro. A lunga scadenza l’idea regge, ma prima è necessario chiarire vari aspetti: l’apparato dell’Amministrazione andrebbe puntellato (ed il recente rinnovamento di quasi tutti i quadri con gente che non ha ancora acquisito l’esperienza necessaria potrebbe compromettere il buon funzionamento di un esecutivo a 5 membri); occorre poi affrontare il discorso delle deleghe e, non da ultimo, anche quello degli onorari spettanti ai municipali, il cui lavoro di gestione della cosa pubblica risulta, con la riduzione dei ranghi, considerevolmente maggiore. Se già oggi non è facile trovare persone competenti disposte a mettersi a disposizione del Comune, con questa riforma reperire candidati intenzionati a sacrificare gran parte del proprio tempo (ricordo che non siamo dei professionisti della politica) risulterebbe ancora più arduo. Non da ultimo il mantenimento dello status quo tutela maggiormente i diritti delle minoranze, le quali altrimenti potrebbero rimanere escluse dal Municipio per via dell’aumento del quoziente elettorale». Del tema il legislativo avrà modo di discutere nell’ultima seduta dell’anno, proprio domani sera. L’esecutivo, ovviamente, invita i consiglieri a non votare l’entrata in materia.