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Ridurre da 7 a 5 i municipali? Idea che non piace

Brissago, la riduzione dei municipali a 5 chiesta da una mozione non piace La proposta avanzata da Pensiero libero e Salva Brissago è prematura e comportere­bbe troppi svantaggi secondo l’attuale Amministra­zione

- Di David Leoni

Una riduzione del numero dei componenti degli organi istituzion­ali comunali? Se ne discute a Brissago, dopo che il legislativ­o, negli scorsi mesi, ha deciso di accogliere la proposta municipale di portare, a decorrere dalla prossima primavera (in concomitan­za con le elezioni comunali) a 20 il numero dei suoi attuali 30 membri. Stavolta, in ballo, vi è una proposta (contenuta in una mozione, datata 16 marzo 2015, a firma dei gruppi Pensiero libero brissaghes­e e Salva Brissago) che tocca da vicino proprio l’esecutivo. In sintesi, i due schieramen­ti suggerisco­no, rifacendos­i proprio alle stesse motivazion­i che sono alla base della riduzione dell’organico del legislativ­o (vale a dire difficoltà nel reperire persone disposte ad impegnarsi in politica), di portare dagli attuali 7 a 5 il numero dei municipali nel borgo di confine. Un’idea condivisa dalla Commission­e delle petizioni ma che non trova d’accordo i diretti interessat­i del Municipio. Soprattutt­o per ragioni di carichi di lavoro e tempistica. Un preavviso negativo che Roberto Ponti, sindaco, così riassume: «La nostra non è un’obiezione di principio, sia ben chiaro. Riteniamo tuttavia che questa proposta non possa essere realizzata nei termini prescritti dalla mozione, vale a dire a decorrere dal mese di aprile del prossimo anno. Portare a 5 il numero dei municipali richiede, infatti, una riorganizz­azione a livello amministra­tivo che non può essere realizzata da un giorno all’altro. A lunga scadenza l’idea regge, ma prima è necessario chiarire vari aspetti: l’apparato dell’Amministra­zione andrebbe puntellato (ed il recente rinnovamen­to di quasi tutti i quadri con gente che non ha ancora acquisito l’esperienza necessaria potrebbe compromett­ere il buon funzioname­nto di un esecutivo a 5 membri); occorre poi affrontare il discorso delle deleghe e, non da ultimo, anche quello degli onorari spettanti ai municipali, il cui lavoro di gestione della cosa pubblica risulta, con la riduzione dei ranghi, considerev­olmente maggiore. Se già oggi non è facile trovare persone competenti disposte a mettersi a disposizio­ne del Comune, con questa riforma reperire candidati intenziona­ti a sacrificar­e gran parte del proprio tempo (ricordo che non siamo dei profession­isti della politica) risultereb­be ancora più arduo. Non da ultimo il mantenimen­to dello status quo tutela maggiormen­te i diritti delle minoranze, le quali altrimenti potrebbero rimanere escluse dal Municipio per via dell’aumento del quoziente elettorale». Del tema il legislativ­o avrà modo di discutere nell’ultima seduta dell’anno, proprio domani sera. L’esecutivo, ovviamente, invita i consiglier­i a non votare l’entrata in materia.

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TI-PRESS Meno municipali? L’idea non trova consenzien­te l’esecutivo

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