I dubbi lancinanti di Plr e Ppd
Berna – A dover essere eletto non potrà che essere uno dei candidati ufficiali dell’Unione democratica di centro. Il capogruppo liberale radicale Ignazio Cassis nel pomeriggio di ieri non ha fatto che ribadire, dal più al meno, quanto aveva già affermato la scorsa settimana con una precisazione, comunque. «Il Plr non è pronto a dare asilo a nessuno» ha sottolineato Cassis con riferimento alla notizia apparsa ieri sulle colonne del ‘Blick’, giornale secondo il quale il partito di Philipp Müller avrebbe un piano segreto per sostenere lo sciaffusano Thomas Hurter. Tutto falso, ha detto Cassis. «Ne andrebbe – secondo il consigliere nazionale liberale radicale – della stabilità del governo di questo Paese». Ma i radicali non avevano fornito, almeno fino a ieri sera, alcuna indicazione di voto. «C’è grande equilibrio» ha spiegato ancora Cassis «all’interno della nostra frazione. Non vi è un candidato che prevale sugli altri. L’unico fatto certo è che il Plr intende restare all’interno del ‘ticket’ democentrista». Non è molto diversa la posizione del Partito popolare democratico. Ribadendo quanto sostenuto finora dal presidente del partito Christophe Darbellay, ieri il capogruppo Filippo Lombardi ha detto che pure il suo partito ha deciso, al proprio interno, di lasciare libertà di voto all’interno della gamma di candidati indicati dall’Unione democratica di centro. Nessuna manovra, dunque, dietro le quinte come avvenne nel 2007, quando il Ppd fu protagonista dell’operazione che portò Eveline Widmer-Schlumpf in governo. Il senatore ticinese ha tuttavia lasciato aperto uno spiraglio. Il gruppo democristiano, qualora nessuno dei tre candidati ufficiali dovesse prevalere e in presenza di altri pretendenti non noti al momento, potrebbe chiedere una sospensione dei lavori per aprire delle consultazioni con gli altri gruppi politici. Cosa si nasconda dietro tutto questo non è per nulla chiaro. Si tratta di segrete cose sulle quali solo la notte avrà fatto chiarezza.