laRegione

Un dato incoraggia­nte

- Di Christian Vitta, consiglier­e di Stato e direttore del Dfe

Il dato sulla disoccupaz­ione pubblicato ieri è degno di nota. Per la prima volta, il Cantone Ticino registra un tasso di disoccupaz­ione inferiore alla media svizzera. Una situazione che non va enfatizzat­a, in quanto sappiamo che ogni disoccupat­o porta con sé anche una storia fatta di momenti difficili, ma che non va nemmeno sottaciuta. Questo dato, ma soprattutt­o la sua evoluzione in controtend­enza rispetto ad altri cantoni svizzeri, merita alcune consideraz­ioni. L’economia del nostro cantone è molto diversific­ata e ha una capacità di resistere alle pressioni derivanti dall’attuale crisi economica internazio­nale superiore ad altre realtà svizzere. Quest’ultima è in parte spiegabile con la necessità di doversi confrontar­e storicamen­te con una regione particolar­mente dinamica e competitiv­a quale la Lombardia. Le visite che sto effettuand­o presso le nostre aziende mi confermano questa ipotesi: ho infatti toccato con mano un tessuto economico molto diversific­ato e in grado di confrontar­si e di reagire ad una concorrenz­a sempre più agguerrita. Questa capacità di competere e di affermarsi è una dote che va riconosciu­ta ai nostri imprendito­ri che, quotidiana­mente, si impegnano per (…)

Segue dalla Prima (…) garantire un futuro alle proprie aziende e il posto di lavoro ai propri dipendenti. Malgrado le sempre più nu- merose sfide derivanti dalla crisi in atto a livello internazio­nale, il nostro tessuto economico mantiene alta la capacità di creare posti di lavoro. Accanto a queste note di merito, la realtà ci presenta anche dei problemi legati alla crescente pressione sui salari indotta dalla sempre più marcata concorrenz­a e dalla pressione sui margini di guadagno delle aziende. Questo rimane un fenomeno che, unitamente a quello della precarizza­zione dei posti di lavoro, continua a preoccupar­ci e a meritare tutta la nostra attenzione. La solu- zione a questo problema è l’adozione di misure che, da un lato, tutelino il mercato del lavoro ma che, dall’altro, non si traducano in perdita di dinamismo e flessibili­tà della nostra economia. Due caratteris­tiche, queste ultime, che da sempre rappresent­ano un vantaggio competitiv­o per l’economia elvetica. In questo contesto, una delle priorità del governo e del mio dipartimen­to è proprio quella legata alle condizioni del mercato del lavoro. Ricordo, infatti, che lo scorso mese di settembre il Dipartimen­to delle finanze e dell’economia ha presentato un pacchetto di prime misure, volte da un lato a favorire il collocamen­to di personale e, dall’altro, a correggere le distorsion­i e le disfunzion­i che osserviamo. Un’azione coordinata che, grazie anche alla collaboraz­ione interdipar­timentale con la Divisione della formazione profession­ale e la Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, sta dando buoni e tangibili risultati. Una rondine non fa certo primavera: nei prossimi mesi, però, sarà interessan­te verificare quale sarà l’evoluzione del mercato del lavoro nel nostro canto- ne, in un contesto economico nazionale e internazio­nale difficile. I risultati pubblicati in questi giorni, con tutti i limiti insiti in queste statistich­e, rappresent­ano un dato incoraggia­nte che ci stimola a continuare a impegnarci a favore di un’economia sana e di un mercato del lavoro che garantisca opportunit­à d’impiego sul nostro territorio. Di queste e altre tematiche potremo discutere durante la Giornata dell’economia, che si terrà a Locarno il prossimo 27 settembre, e alla quale invito tutti gli interessat­i a partecipar­e.

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