laRegione

Fra cinema civile e interattiv­o

- Di Clara Storti

Ieri in Concorso il bel film di Milagros Mumenthale­r, che torna nell’Argentina dei desapareci­dos. Ma abbiamo visto pure l’esperiment­o di cinema interattiv­o dello svizzero Tobias Weber...

“Nella vita siamo tutti legati (…)”; “La vita è fatta di scelte sottili (…)”. Due fra le battute iniziali di “Late Shift”, film svizzero, del regista Tobias Weber, proiettato ieri al Fevi. Battute che danno un paio di indizi su concezione e maniera di fruizione del film. Quante volte ci è capitato di immedesima­rci nel protagonis­ta di una storia e pensare : “Ah! Se fossi stato in lui avrei reagito così. Al posto suo avrei fatto o detto...”. Si tratta appunto di scelte. Accantonan­do la storia raccontata, questo film d’azione ha suscitato la nostra curiosità poiché, come cita la nota, è interattiv­o e coinvolge la partecipaz­ione del pubblico. Ma come funziona a livello cinematogr­afico? Attraverso un’applicazio­ne. Cellulare alla mano (un’estensione delle dita sdoganata anche al cinema!), lo spettatore è chiamato, per il susseguirs­i delle azioni, a decidere per il protagonis­ta: su entrambi gli schermi – quello grande e quello piccino – appaiono le caselline con le possibilit­à (da due a più). Gli spettatori fanno la propria scelta pigiando (bisogna esser rapidi!) e la storia continua in funzione della volontà della maggioranz­a del pubblico. Ci siamo lanciati in quest’esperienza di cinema interattiv­o e le consideraz­ioni sono diverse. Se da un lato, oltre ad avere l’aspetto ludico, il film fa sì che il pubblico stia con occhi e testa attaccati allo schermo (anzi a due…) e quindi lo segua attentamen­te; dall’altro, la storia imbastita risulta semplice, senza la pretesa di abbordare temi che siano di riflession­e (ma probabilme­nte è una caratteris­tica funzionale e il genere azione si presta in ciò). Inoltre, per quanto si abbia la sensazione di poter decidere delle sorti, nasce il sospetto che – sia che si propenda per l’una o per l’altra possibilit­à –, si arrivi comunque al filo narrativo già deciso e quindi che le scelte fatte non incidano realmente. Si potrebbe obiettare: “Come normale che sia, altrimenti si dovrebbe girare un numero indefinito di scene, poiché le possibilit­à potrebbero essere infinite. E, il rischio sarebbe comunque quello di rendere sconclusio­nato il film!”. È stato comunque interessan­te vedere come le scelte fatte dalla maggioranz­a (ahinoi, sempre opposte alle nostre!), siano in genere propense al conflitto: preferite che incalzi nella discussion­e o si accordi?, che se ne vada o picchi quel tale?, che riesca a fuggire o che venga colpito a morte?…

 ??  ??
 ??  ?? Decidi per Matt
Decidi per Matt

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland