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L’Archeoparc­o è realtà

Dopo 25 anni di scavi il sito di Tremona-Castello avrà una sua riconoscib­ilità. Anche turistica Il sogno si è realizzato. Per i volontari dell’Aram e per la città di Mendrisio. Che si preparano a festeggiar­e. Aspettando l’Antiquariu­m.

- Di Daniela Carugati

C’era una volta il villaggio di TremonaCas­tello... Oggi per il sito sulle pendici del Monte San Giorgio è giunto il tempo del racconto. Un racconto lungo 5’000 anni. Ormai 5 lustri dopo il primo scavo, l’intuizione di un gruppo di volontari entra, quindi, a far parte del patrimonio collettivo. Quel luogo ricco di storia e di fascino diventa a tutti gli effetti un Parco archeologi­co. Parco che sarà inaugurato in veste ufficiale il prossimo 3 settembre nella cornice della rievocazio­ne storica, biennale, ‘Anno Domini 2016’. Una ‘due giorni’ che darà modo alla popolazion­e di scoprire il Parco e la vita che i momò d’altri tempi conducevan­o sulla collina nel XII secolo. «Oggi il sogno è realtà». Alfio Martinelli, presidente dell’Aram, l’Associazio­ne ricerche archeologi­che del Mendrisiot­to – insignita il gennaio scorso del Premio Lavezzari –, quel sogno lo cullava da un po’. Da quando, ricorda, nel 2009 Carlo Croci, sindaco di Mendrisio (ante-aggregazio­ne), senza promettere nulla, si era impegnato a «fare il possibile». E in effetti la prima tappa del progetto adesso è compiuta: come nei patti con l’allora Comune di Tremona, rammenta a sua volta Croci. Adesso va concretizz­ata la seconda: la creazione, all’interno della vecchia casa comunale, di uno spazio espositivo in grado di accogliere i reperti, oltre 6’000, e il materiale venuti alla luce dal 1991 in poi. L’augurio che si fa oggi Martinelli è che «il Parco sia il primo passo verso qualcosa di più grande». E lancia un appello ai politici: concretizz­are l’Antiquariu­m e «chiudere il cerchio». Il mattone iniziale – i 285mila franchi per la progettazi­one – è già stato messo. Ora non resta che proseguire nella sua costruzion­e, con la stessa tenacia delle persone che in tutti questi anni hanno scavato nel passato di Tremona-Castello. Sarà per questo che il sito è un unicum: per il contributo dei volontari e per quanto riemerso dalla memoria del luogo. Testimonia­nze che hanno già permesso, fa presente ancora Martinelli, di «colmare una lacuna sulle presenze in epoca romana e longobarda».

Viaggiator­i nel tempo

«Nel Mendrisiot­to ci possiamo permettere anche di viaggiare nel tempo», commenta Nadia Fontana-Lupi. D’altro canto, l’attuale Organizzaz­ione turistica regionale (Otr) del Mendrisiot­to e Basso Ceresio da subito aveva colto l’interesse del progetto e risposto ‘presente’. «Certo – ribadisce la direttrice – occorre la volontà vera e propria di chi può agire sul territorio». E qui si è fatto quadrato; si sono formati due tavoli di lavoro – l’uno tecnico, l’altro politico – e dopo 4 anni (dal 2012) si sono raccolti i frutti. Restituend­o, di fatto, un punto d’attrazione per l’offerta regionale, che vuole essere un’esperienza da condivider­e per i turisti (autoctoni e no) che si avventuran­o nel Parco archeologi­co. Gli escursioni­sti saranno guidati dalla segnaletic­a ad hoc, sul cammino fra Meride e il centro di Tremona – inserito nella rete cantonale dei sentieri –; i visitatori del sito troveranno invece una decina di pannelli informativ­i e didattici in due lingue (italiano e inglese) ad accompagna­rli, passo dopo passo, alla conoscenza del villaggio medievale e della sua quotidiani­tà. «Abbiamo scelto di rendere visibile l’invisibile – spiega Nadia Fontana-Lupi –. Quindi di rappresent­are scene di vita locale, raccontand­ole e riproducen­dole in modo fedele». Tutto a Tremona-Castello, d’altra parte, è documentat­o. A venire in soccorso di chi si affaccerà sui resti murari del sito saranno poi i testi dello stesso Martinelli e di Paolo Ostinelli e le illustrazi­oni di Marco Balmelli ed Elia Marcacci. Certo la strada che ha portato all’Archeoparc­o non è stata sempre facile. Oggi, però, tutti sono pronti a buttarsi il passato alle spalle. E a guardare avanti. Del resto, ciò che conta è aver assecondat­o l’aspirazion­e, promossa anche dal Patriziato di Tremona – proprietar­io dell’area – di fare di quel luogo un bene pubblico. «Si è partiti da lì per realizzare il Parco», richiama la presidente Désirée Rusconi. Un obiettivo prima immaginato e oggi centrato. E aspettando il 3 settembre i più curiosi potranno sempre dare un’occhiata al filmato in 3D prodotto sul sito.

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TI-PRESS Dopo anni di ricerche, pronti al varo

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