Migranti a Como, si fa strada l’idea dell’ex Sant’Anna
Corsa contro il tempo alla ricerca di una soluzione alternativa alla stazione
È corsa contro il tempo, a Como, per realizzare il “Centro di temporanea permanenza” e dare un minimo di dignità ai migranti che, da oltre 45 giorni, sono accampati alla stazione ferroviaria. La soluzione, tuttavia, non sembra facile: servono spazi adeguati per ospitare oltre 500 persone. Uomini, donne e bambini – quasi 200 i minori – che continuano a vagare tra lo scalo e i giardini sottostanti. È stata accantonata l’idea di far capo alla caserma De Cristoforis: non c’è stata la disponibilità del Ministero della difesa. La risposta che, sulla carta, appare quindi più concreta è quella dell’ex ospedale Sant’Anna, in buona parte dismesso, ma ancora funzionale. Dopo l’incontro con il prefetto Bruno Corda, c’è l’impegno del sindaco di Como Mario Lucini a una ricognizione di tutte le possibili soluzioni. Resta in piedi pure un intervento della Protezione civile nazionale: hanno parlato anche di questo, ieri, il prefetto e i parlamentari comaschi del Pd Chiara Braga e Mauro Guerra. Positiva la presenza da lunedì del presidio medico: sono soprattutto le donne e i bimbi a ricorrere alle cure sanitarie.
Centro a Rancate, ‘noi ci siamo’
Al di qua del confine, il tema sta accendendo il confronto politico. La decisione, peraltro calata dal Dipartimento delle istituzioni, di creare un Centro di stazionamento per migranti temporanei – destinati a essere riconsegnati alle autorità italiane – ha visto salire sulle barricate Lega e Udc. Tanto da lanciare una petizione per fare muro contro questa struttura individuata nella zona industriale del quartiere di Rancate. C’è, però, “un’altra Mendrisio pronta a fare la sua parte”, ribattono in una nota congiunta consiglieri comunali di Ppd, Insieme a Sinistra e Plr. “In questo momento più che mai difficile, oltre alla necessaria sicurezza, serve anche umanità”, ribadiscono Francesca Luisoni e Paolo Danielli (Ppd), Françoise Gehring e Grazia Bianchi (Is), Giovanni Poloni e Nicola Rezzonico (Plr). I consiglieri sono determinati ad attivarsi, coinvolgendo la società civile, “per creare una rete di volontari che si adoperino e aiutino le autorità a garantire ai migranti in transito un’accoglienza temporanea dignitosa”. Al pari del Municipio, spiegano, “abbiamo il dovere di rispondere presente”. Insomma, si rilancia, “non possiamo far finta di non essere coinvolti in prima persona da questa crisi umanitaria e nasconderci dietro alla paura dello straniero con un no. Un no motivato spesso da sentimenti xenofobi creati ad arte e nutriti in modo strumentale”. M.M./RED