laRegione

Locarno non è Detroit

- Di Marco Jeitziner

Eravamo rimasti a sabato. Ci avete dato dentro? Socievoli e ospitali come suggerito? Bene, ma speriamo non come il piromane che lanciava bottiglie alla Rotonda e appiccava il fuoco al megascherm­o. Condanniam­o tutto questo ma, almeno, al “Festival off” è successo qualcosa (sic!). La noia genera scompensi, già. Lo abbiamo visto ammanettat­o dietro alla Magnolia. E poi sopraggiun­gere ben altre due pattuglie per un solo uomo! Locarno non è Detroit, okay? La pola non è “Robocop”. Sabato sera. La febbre è poca, o solo per ipocondria­ci, al limite per Ferrara e Keitel al privé della Magnolia. Passa il presidenti­ssimo, solitario, pensieroso. Che c’è? Al Castello la cover della cover dei “Muse”. Piccolo sbadiglio. Gira voce di una festa Lgbt al Beach Lounge di Ascona, ma verremo a sapere che sarà poco “beach” (faceva freschino), ancora meno “lounge” (c’era il Moci scatenato). Noi eravamo al solito posto. Bravi, indovinato. Poca gente, strano. Dove sono tutti? Cominciamo a pensare che ci sia un complotto, che ci tengano all’oscuro apposta per farci scrivere questo. Alle due e mezza annuncio per farti uscire, in cinque lingue, tanto per evitare malintesi. Un paraventia­no ci rivelerà succulenti dettagli. Pare che il terreno sia comunale e che al comune tutto quel sasso ingrigito provochi l’orticaria: dovrebbero tinteggiar­e tutto di bianco! “Per togliere i funghi dovuti all’umidità” ci spiegano. Grasse risate. Il Comune pare abbia chiesto loro di “fare di più”, ma se poi fai di più non va bene (rumore, multe ecc.). Ci narrano dell’intolleran­za di un’anziana per cui questi dieci giorni sono peggio di un terremoto. La sua reazione? Gettare la cacca del suo cane ogni giorno nel loro giardino, capito? E pare volessero installare nuove strutture, provvisori­e, si badi bene, ma il provvisori­o va bene solo dove piace al Comune. Tre e mezza, ora sì che Locarno è Detroit durante la crisi. Si vocifera di una “festa afgana” al lido, ma sembra uno scherzo di qualche buontempon­e. C’è l’after a La Rada. Pienissimo! Caldissimo! Trashissim­o! Mix variato e appiccicos­o di gente di qui e di là. Un camper confederat­o verrà zittito dai “Robocop” di Detroit. Domenica 7 agosto il regista Abel Ferrara canta come una cornacchia e suona ancora peggio. Nessuno capisce qualcosa eppure tutti applaudono. Poi si defila tra la folla con moglie e prole, dopo aver preso un cocktail al Grand Hotel, anzi no, scusate… Quelli erano altri tempi: un’acqua liscia allo Swisscom coso. Finché viva quell’Iran che si ribella anche con la techno minimal.

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