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La bacchetta è femmina

Venerdì 12 agosto, con l’Ottava di Mahler diretta da Riccardo Chailly, apre il Lucerne Festival

- Di Enrico Colombo

Ben tredici le direttrici d’orchestra nel programma, tra cui Barbara Hannigan che terrà il discorso d’inaugurazi­one

L’8 settembre la clavicemba­lista e direttrice d’orchestra Emmanuelle Haïm, una donna, dirigerà i Wiener Philharmon­iker: un evento clamoroso, paragonabi­le forse, nei 175 anni di storia dell’orchestra viennese, alla caduta dell’Impero austrounga­rico. Non si può certo accusare di maschilism­o il Lucerne Festival, nei suoi cartelloni c’è sempre stata un presenza cospicua di compositri­ci e di soliste di ogni strumento. Ma il numero di direttrici d’orchestra presenti all’edizione che sta per iniziare (ne ho contate tredici) sa veramente di scossone all’impero maschile, sia pure con l’alibi del “Prima donna” proposto come tema conduttore. Nei ventotto concerti sinfonici non mancano comunque i direttori carismatic­i, da Daniel Barenboim a Simon Rattle, ai quasi novantenni Bernard Haitink e Herbert Blomstedt. La spettacola­re presenza delle grandi orchestre, e con esse delle sinfonie di Bruckner e di Mahler, conferma la tendenza degli ultimi anni a privilegia­re i complessi europei. Dagli Stati Uniti arriva una sola Big Five, la Cleveland col suo direttore Franz Welser-Möst, ma ci sono due orchestre sudamerica­ne, la São Paulo Symphony con la direttrice Marin Alsop e la Simón Bolivar Symphony of Venezuela con Gustavo Dudamel. Alla soprano Barbara Hannigan, presente come direttrice e solista con la Mahler Chamber Orchestra è conferito l’onore dell’allocuzion­e prima del concerto inaugurale. Saranno invece due direttori ad aprire e chiudere il Festival con due opere monumental­i, la cui messa in scena non è priva di rischi. Riccardo Chailly con la Lucerne Festival Orchestra e una scelta di cori e di solisti di canto strepitosi esegue il 12 e il 13 agosto l’Ottava Sinfonia di Gustav Mahler. Chailly ha da tempo sotto mano quest’opera ed è forte dell’esecuzione al Gewandhaus di Lipsia. Sono annunciati per Lucerna 127 strumentis­ti e 220 coristi, che potrebbero oltrepassa­re i limiti architetto­nici e acustici della sala. Gustavo Dudamel con la sua Orchestra venezuelan­a, Cynthia Millar alle onde Martenot e Jean-Yves Thibaudet al pianoforte esegue l’11 settembre la Sinfonia Turangalil­a di Olivier Messiaen. Affronta

così due rischi: il confronto dei suoi strumentis­ti di estrazione popolare con quelli delle orchestre prestigios­e, formati nelle migliori accademie; la riproposta di un’opera che, a settant’anni dalla sua creazione, non raccoglie più consensi unanimi.

Quattordic­i prime assolute

Le venerabili tradizioni vocali strumental­i dell’era barocca, classica e romantica stanno a poco a poco lasciando più spazio alla musica del nostro tempo. Ho contato nel programma di quest’estate 14 prime esecuzioni assolute e 5 prime esecuzioni svizzere. Determinan­te per questa evoluzione è la Lucerne Festival

Academy, fondata nel 2003 e diretta fino alla sua scomparsa da Pierre Boulez con la collaboraz­ione degli strumentis­ti dell’Ensemble interconte­mporain di Parigi. Questo singolare campus per la musica contempora­nea riunisce ogni anno circa 130 giovani talenti di 30 nazioni e il pubblico ne può apprezzare il lavoro attraverso i suoi concerti al Festival d’estate. L’eredità di Boulez è passata al compositor­e Wolfgang Rihm, e il collega Matthias Pintscher gli assicura la collaboraz­ione come direttore d’orchestra principale, nonostante abbia già lo stesso incarico alla Elbphilhar­monie di Amburgo, che sta per essere inaugurata. L’Academy va in scena a Lucerna l’ultima settimana d’agosto e la prima di settembre, quattro volte con la grande Orchestra sinfonica e parecchie volte con Ensemble diversi. A una donna è affidato anche l’unico recital organistic­o: alla consolle del grande organo del Kkl è chiamata Iveta Apkalna, che nel 1999 si rivelò clamorosam­ente al Festival organistic­o di Magadino. Penso che la presenza femminile più significat­iva sia tuttavia quella della compositri­ce Olga Neuwirth, che ottiene la residenza per la seconda volta, dopo averla condivisa con Pierre Boulez nel 2002. La forma della musica di Neuwirth è aperta a tutte le possibili componenti, in particolar­e a quella elettro-acustica, ma è soprattutt­o subordinat­a ai contenuti. Sembra esprimere inquietudi­ne e interesse per una migliore conoscenza della natura umana. Affronta ad esempio la tematica gender, ma non protesta per la condizione femminile, piuttosto per l’inadeguate­zza dell’intellighe­nzia che non sa cogliere la ricchezza delle diversità culturali. Di lei sono attese a Lucerna un’installazi­one sonora nel Foyer del Kkl e l’esecuzione di sei opere affidate a strumentis­ti dell’Ensemble interconte­mporain e dell’Academy, che saranno dirette da Matthias Pintscher, Gregor Mayrhofer, Susanna Mälkki, prima donna indiscussa nella direzione del repertorio contempora­neo, Elena Schwarz, nata a Lugano e direttrice d’orchestra decisament­e emergente.

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Forte presenza femminile sul podio del Kkl di Lucerna

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