L’ombra del doping rovina (in parte) la festa
L’ombra del doping piomba sul nuoto e rovina almeno in parte lo splendido ambiente dell’Estádio Aquático Olímpico, con al centro dei malumori Yuliya Efimova e Sun Yang. Riammessa ai Giochi dal Tas di Losanna dopo essere stata esclusa dalla Federazione internazionale di nuoto per essere stata trovata positiva in passato per ben due volte (uso di anabolizzanti e Meldonium), la russa è stata sommersa dai fischi del pubblico al momento della presentazione delle atlete dei 100 m rana, dove ha colto la medaglia d’argento. «Provate a capirmi e a rivedere la vostra posizione nei miei confronti», ha dichiarato in lacrime l’atleta dell’Est. Una comprensione che non sembra però essere arrivata dal pubblico e nemmeno da alcuni atleti. Su tutti il campione americano Michael Phelps, che ci è andato giù pesante affermando che «è triste che ai nostri giorni ci siano persone risultate positive persino due volte ma che nonostante questo possano partecipare ai Giochi. Questo mi irrita». Un messaggio rivolto anche al nuovo campione olimpico dei 200 m stile libero, il cinese Sun Yang. Con il nuotatore di Hangzhou il pubblico è stato più clemente, eppure pure lui – duplice campione del mondo in carica – ha scontato una squalifica di tre mesi per doping nel 2014. E non a caso la sua presenza a Rio ha suscitato parecchi malumori tra i suoi avversari, tra cui il francese Camille Lacourt, che suscitando l’indignazione dei cinesi ha dichiarato: «Quando vedo il podio dei 200 m stile libero mi viene da vomitare. Sun Yang piscia viola».
Van Berkel da record
Splendida prestazione della zurighese Martina van Berkel, capace di qualificarsi per le semifinali dei 200 m delfino (disputate nella notte) nuotando in 2’08”00, 11° tempo e nuovo record svizzero. L’argoviese Yannick Käser ha invece mancato la qualificazione nei 200 m rana (20° tempo in 2’11”77).