‘Economia verde’, l’altra via del Sab: progetti dal basso, regionali e locali, senza vincoli statali
Berna – L’iniziativa popolare “Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (‘economia verde’)” preoccupa il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (Sab). Un ‘sì’ il 25 settembre avrebbe, a suo dire, conseguenze fatali per diverse imprese turistiche situate nelle zone rurali. L’iniziativa potrebbe pregiudicare la qualità di vita e le attività economiche nelle regioni di montagna. “Anziché voler imporre nuove restrizioni, sarebbe preferibile che questa idea fosse messa in pratica su base volontaria”, indica una nota del Sab. A suo avviso, l’accettazione del testo contribuirebbe a un rincaro dei trasporti, dell’alimentazione e delle offerte turistiche. Inoltre, le aziende esportatrici del settore orologiero presenti nell’Arco giurassiano o le attività chimiche e metallurgiche insediate nell’Arco alpino saranno confrontate con un aumento dei costi di produzione. Infine, le proposte ecologiste comporterebbero un notevole aggravio amministrativo. Il Sab non si oppone al concetto di ‘economia verde’. A suo avviso, però, la sensibilità ambientale può essere attuata con progetti a livello regionale e locale. “È quanto accaduto con la Fondazione alpina per le scienze della vita di Olivone, i produttori di erbe aromatiche della Valle Bregaglia o anche la fondazione PhytoArk in Vallese”: iniziative realizzate senza che lo Stato introducesse regole o vincoli. Per il Sab, questa è la via da seguire. Al contrario, l’iniziativa “va troppo lontano e ostacolerà l’economia” e “lo sviluppo delle regioni di montagna”.