Si sgonfia un po’ il rischio bolla immobiliare
Zurigo – Si è attenuato, anche se rimane sempre in zona rischio, l’indice Ubs della bolla immobiliare calcolato per il secondo trimestre dell’anno. Rispetto al valore rivisto del trimestre precedente, l’indice è leggermente sceso di 0,03 punti per attestarsi a 1,32 punti. Sempre sotto osservazione il Luganese. Stando a una nota della maggiore banca elvetica, il secondo calo consecutivo è dipeso dalla flessione dei prezzi reali delle abitazioni e dalla minore dinamica della crescita ipotecaria. A causa dei bassi tassi ipotecari, tuttavia, gli investimenti in immobili continuano a essere apprezzati. I prezzi nominali delle abitazioni sono rimasti invariati rispetto al trimestre precedente, il che corrisponde al netto dell’inflazione a una flessione dello 0,6%. Su base annuale si tratta del minor tasso di crescita dal 2000, specifica la nota. In secondo luogo, anche la dinamica della crescita ipotecaria si è indebolita. Rispetto all’anno precedente, l’indebitamento ipotecario delle famiglie è aumentato solo del 2,7%: un ritmo così lento non si registrava dall’inizio del nuovo millennio. Le incertezze sulla decisione della Brexit hanno aumentato ulteriormente la pressione sui tassi ipotecari. Un’ipoteca a lungo termine costa attualmente circa il 30% in meno rispetto a tre anni fa. Tuttavia, si legge nel comunicato di Ubs, “nonostante l’attraente finanziamento la dinamica dei prezzi sul mercato diminuisce, poiché i redditi stagnanti delle famiglie frenano sempre di più l’andamento dei prezzi delle abitazioni”. Tale situazione viene rafforzata dal fatto che le banche si attengono rigorosamente alle direttive di sostenibilità nella concessione di ipoteche. Di conseguenza, nell’ambito dell’attuale livello dei prezzi e dei redditi stagnanti, sempre meno famiglie soddisfano le condizioni per un credito ipotecario. Il calo dell’indice della bolla immobiliare comporta modifiche alla mappa dei rischi. Le regioni Appenzello Interno, Baden (Ag) e Thurtal (Tg) non fanno più parte delle regioni da monitorare. La composizione delle regioni critiche – Ginevra, Nyon (Vd), Morges (Vd), Losanna, Vevey (Vd), Basilea, Zurigo, Lucerna, Zugo e Lugano – rimane invariata.