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Preso il comando dell’Isis a Sirte

Le milizie filogovern­ative annunciano di avere espugnato il quartier generale dei jihadisti Confermata la presenza di forze speciali americane, britannich­e e italiane nell’area dei combattime­nti. Timori per il petrolio.

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Ansa/red

Tripoli/Il Cairo – Sarebbe stato espugnato il quartier generale dell’Isis a Sirte. Lo hanno annunciato ieri in serata le milizie alleate del governo di Tripoli. Una lunga battaglia ha impegnato per ore le forze libiche, che si sono aperte dei varchi strategici tra le macerie, espugnando il Centro Ouagadougo­u. “È l’ora della vittoria”, hanno annunciato, facendo seguire l’immancabil­e “Allahu Akbar”. Poche ore prima, i jihadisti avevano rivendicat­o l’abbattimen­to di un caccia di Fajr Libya, l’aviazione lealista. La battaglia per la riconquist­a totale di Sirte sembra dunque essere entrata in una nuova fase anche dopo la conferma dapprima da fonti giornalist­iche e poi istituzion­ali della presenza nell’area dei combattime­nti di corpi speciali britannici e americani, insieme a un piccolo contingent­e di italiani, ufficialme­nte impegnato nella “formazione” delle milizie filogovern­ative. “Negli scontri odierni abbiamo contato almeno 20 jihadisti uccisi. Uno stato di confusione e caos domina all’interno di Daesh”, avevano scritto in mattinata sulla loro pagina Facebook le milizie annunciand­o il lancio di una nuova offensiva contro postazioni di Daesh su tutti gli assi della città. A mostrare i progressi ottenuti ci sono i video pubblicati dall’operazione Al-Binyan Al-Marsous. Le sequenze mostrano le forze libiche in tuta mimetica con indosso fucili e vari tipi di armamenti che sparano contro un nemico invisibile, ma anche il fuoco dei tank che cercano di eliminare le sacche di resistenza dei jihadisti. La guerra durerà giorni, settimane, ma non mesi, hanno assicurato più volte le forze libiche presenti sul campo, aiutate dai raid americani che bombardano le postazioni Isis. Secondo il sito Us Command Africa, almeno una trentina di azioni, con aerei e droni, hanno colpito i rifugi e gli armamenti dei fondamenta­listi. Ma l’emergenza non è solo sulla roccaforte costiera dell’Isis. I governi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno espresso “preoccupaz­ione per le tensioni crescenti vicino al terminal petrolifer­o di Zueitina, sulla costa centrale” e hanno chiesto che il controllo di tutte le infrastrut­ture sia trasferito al governo di Fayez al Serraj sostenuto dall’Onu. Senonché proprio l’Onu, attraverso l’inviato Martin Kobler, ha recentemen­te riconosciu­to di fatto le bande organizzat­e al comando di Ibrahim Jadran, che da anni ha preso il controllo degli oleodotti della Cirenaica, accettando di pagare gli “arretrati” ai suoi uomini. Mentre al Serraj non ha nemmeno i mezzi per pagare i propri.

Infanzia di guerra

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