Quando Kissinger metteva fretta a Videla
Ansa/e.f.
Buenos Aires – La vicinanza di Henry Kissinger alla dittatura, i racconti sulle torture, l’influenza che la Chiesa e il Papa potevano avere nei confronti dei militari: ci sarà parecchio da scoprire per gli storici che vorranno esaminare i documenti declassificati da Washington in mano da giovedì al governo argentino. I dossier – provenienti da 14 agenzie Usa, in totale quasi 1’100 pagine – sono stati consegnati al presidente Mauricio Macri dal segretario di Stato John Kerry, il quale ha precisato che si tratta solo di una prima tranche di documenti. Mancano infatti quelli dell’intelligence Usa. In uno dei cablogrammi, l’allora ambasciatore Usa nel Paese, Raul Castro (soltanto omonimo del presidente cubano), non nasconde la propria irritazione nei confronti di Kissinger il quale “applaude gli sforzi dell’Argentina nella lotta al terrorismo”. Castro ribadiva allora le proprie “preoccupazioni per le ripetute lodi di Kissinger al governo per il modo in cui ha distrutto il terrorismo… c’è il pericolo che gli argentini usino le dichiarazioni lusinghiere per indurire la posizione riguardo ai diritti umani”. Ma per il premio Nobel per la Pace 1973, Videla, Galtieri, Massera, non erano che paladini dei valori occidentali. Quel Kissinger che, incontrando il ministro degli Esteri della giunta militare César Augusto Guazzetti, gli espresse la “comprensione” di Washington, limitandosi a invitarlo a fare in fretta: «Prima avrete finito meglio sarà». Tra i racconti riguardanti la tortura, oltre a quelli del noto giornalista Jacobo Timerman, c’è la testimonianza di un parlamentare socialista, Alfredo Bravo, sottoposto nel 1977 al “sottomarino” (waterboarding) e a scariche elettriche (picana). In un altro lungo cablo del settembre del 1980 inviato da Buenos Aires alla rappresentanza diplomatica Usa a Roma, si sottolineava che “la Chiesa e il Papa risultano ben più influenti” a Buenos Aires che non il governo Usa. Il Vaticano, si sottolineava, “può essere il difensore più efficace” con le autorità “per le quali la desaparicion resta la pratica standard”.
La Junta