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L’Alpe Arami sta rifiorendo

Quasi finite le murature della stalla che sarà trasformat­a in ostello. Battaglion­i: progetto regionale La prossima estate verrà posato il tetto, poi saranno effettuati i lavori di esbosco, in modo da disporre di un nuovo pascolo alberato tra i larici seco

- Di Mattia Cavaliere

A quota 1’446 metri nella valle di Gorduno, ai piedi dei 2’267 metri del Monte Gaggio, c’è un alpe che è stato abbandonat­o dallo sviluppo umano, ma non dal locale Patriziato che sta promuovend­o un progetto di quasi 1,4 milioni di franchi appoggiand­osi a una fondazione nata nel 2012 (con diritto di superficie sugli stabili per 30 anni) e a un’associazio­ne creata lo scorso anno allo scopo di convogliar­e l’interesse di altri amanti della montagna e raccoglier­e fondi. L’antica stalla che si vorrebbe trasformar­e in ostello – primo tassello del concetto di valorizzaz­ione reso possibile da vari altri partner tra cui l’Ente regionale di sviluppo Bellinzone­se e valli – disporrà presto di nuove mura di sostegno. I lavori di restauro proseguira­nno fino in autunno, così da riuscire a posare il tetto al più tardi nella prossima estate. «Si tratta – come tiene a rilevare il presidente della Fondazione Giorgio Battaglion­i – di un progetto di respiro regionale, da leggere nell’ambito delle varie iniziative lanciate sul versante destro del Bellinzone­se», che si collega alla capanna Albagno e a Curzutt (con l’omonima Fondazione tra i sostenitor­i del progetto Arami). Al di là dei, seppur importanti, aiuti finanziari provenient­i anche da oltre Gottardo, il progetto Arami è reso possibile dall’attaccamen­to della popolazion­e locale a questa antica ‘spettacola­re terrazza’ (come definiscon­o l’alpe i patrizi) che si estende su circa 50 ettari, che si vorrebbe far rivivere, mettendo mano, dopo l’antica stalla, a un cascinale da destinare a scopi agricoli (per l’alpigiano che riporterà le mucche nutrici al pascolo) e sistemando, rispettand­one anche qui le peculiarit­à originali, un canvetto situato nelle vicinanze, utilizzato un tempo per il latte e la maturazion­e del formaggio. Lo scorso fine settimana alla fine dei consueti lavori di ripulitura della strada che porta in Arami (eseguiti nell’estate, con l’ultima tappa in agosto) è stata organizzat­a, come abbiamo appreso dalla presidente dell’associazio­ne Amici Alpe Arami Mascia Gregori Al-Barafi, una festa cui hanno preso parte oltre 150 persone.

Oltre 150 partecipan­ti alla festa organizzat­a dopo i lavori alla strada

Tra gli oratori presenti alla giornata conviviale hanno preso la parola il presidente del Patriziato di Gorduno Marzio Rigoni, Tiziano Zanetti (quale presidente dell’Alleanza patriziale ticinese), Raffaele De Rosa (come direttore dell’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzone­se e valli), Roberto Mossi (in rappresent­anza dell’Ufficio della natura e del paesaggio) e il sindaco di Bellinzona Mario Branda.

Su un’antica ‘spettacola­re terrazza’ a quasi 1’500 metri nella valle di Gorduno

Il progetto proseguirà con altri lavori di tipo paesaggist­ico-naturalist­ico. In collaboraz­ione con i competenti servizi cantonali si è già potuto intervenir­e a favore del recupero delle zone umide. In un secondo tempo il Patriziato – che è e rimarrà proprietar­io dall’Alpe Arami – pensa di concludere i lavori di esbosco che permettera­nno

di disporre probabilme­nte già l’anno prossimo di un nuovo pascolo alberato, preservand­o i larici secolari presenti in quota. Solamente per la stalla è stato previsto un investimen­to di 900mila franchi. Le altre opere daranno un contributo concreto al percorso ricreativo che si snoderà da Gudo a Sementina fino alla valle di Gorduno, partendo dal ponte tibetano, che sin dallo scorso anno ha raccolto un importante successo di visitatori, fino appunto all’Alpe Arami, che si può raggiunger­e percorrend­o la strada forestale, sbarrata al traffico, che parte dal Monte Bedretto a quota 1’283 metri.

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