laRegione

Una frontiera sotto i riflettori

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Sulla realtà dei migranti alla frontiera meridional­e della Svizzera si sono accesi i riflettori anche della stampa d’Oltregotta­rdo. Ieri sia sul ‘Tages Anzeiger’ che sulla ‘Nzz’ si parlava dell’accampamen­to cresciuto all’ombra della stazione di Como e di quanto si sta vivendo lungo il confine. I numeri delle persone fermate e riconsegna­te alle autorità italiane nelle ultime settimane, del resto, parlano da soli (vedi pagina 4). Tant’è che pure nel mondo politico, cantonale e no, si è alzata l’attenzione per quella che viene percepita come una emergenza umanitaria. Sempre dal ‘Tagi’ si apprende che il consiglier­e di Sato Manuele Bertoli, il presidente del Ps Igor Righini, il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch e altri esponenti, martedì, hanno voluto vedere da vicino il campo profughi improvvisa­to a San Giovanni e nei giardini sottostant­i. Luoghi scenario di una situazione che preoccupa, peraltro, Anja Klug, direttrice dell’Ufficio dell’Alto commissari­ato per i rifugiati in Svizzera, intervista­ta dal ‘Tagi’ e convinta che quanto si sta consumando a Como non possa essere lasciato unicamente all’iniziativa di volontari. Serve, insomma, un centro di accoglienz­a ufficiale in grado di assicurare un’assistenza adeguata a quanti fuggono da guerre e disperazio­ne. Per gestire la presenza dei migranti, circa 500, alla stazione, oltreconfi­ne si stanno trasferend­o gli adulti verso l’Italia del Sud su degli autobus. Una prassi a cui ha assistito pure Lisa Bosia Mirra, presidente di Firdaus. Si stima che siano stati almeno 250 i migranti spostati a Bari, Taranto e in Sicilia. Si ipotizza altresì che chi viene respinto a Chiasso possa cercare accoglienz­a a Milano, in affanno. D.C.

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TI-PRESS/F. AGOSTA Lo stabile di Rancate che accoglierà i migranti

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