Lo scandaletto e lo sponsorone
Gratta gratta finalmente qualcuno ha trovato un motivo di scandalo, ma non grave, quasi gentile e simpatico, uno “scandaletto”. Stiamo parlando di un quotidiano locale, che si è distinto negli scorsi anni per l’animosità nei confronti del Festival, che dopo aver giudicato, dopo solo due giorni, la manifestazione sottotono e i film poco interessanti (peccato che erano già passate opere apprezzate da tutta la critica come il bulgaro ‘Slava’, o il polacco ‘The last family’) grida appunto allo scandaletto per il film ‘O ornitólogo’, colpevole di mostrare “un’avventura omosessuale, documentata con dovizia di dettagli anatomici”. Ora, a parte che la breve scena di nudo maschile è legata al bagno che i due protagonisti fanno nel fiume – ahimè senza costume… – e che il rapporto tra i due si limita visivamente a un bacio, all’esimio collega deve essere sfuggito un altro film, il giapponese ‘Wet Woman in the Wind’, dove i personaggi non fanno altro che incrociarsi sessualmente, con scene esplicite anche se sempre discrete! È vero che nel catalogo era scritto che “il film contiene delle scene che possono urtare la sensibilità di alcuni spettatori” e dunque forse l’esimio collega ha preferito non vederlo, o forse visto che si parlava di rapporti eterosessuali lo scandaletto era di poco conto, non valeva neanche la pena parlarne… Ma occupiamoci ora di una altro tema, l’invadente presenza degli sponsor. Per carità, i finanziamenti privati sono indispensabili alla vita dei Festival, a Locarno come in tutte le altre manifestazioni cinematografiche, ma è un problema di misura, di rispetto. Durante la serata di inaugurazione è stato conferito all’attore americano Bill Pullman l’Excellence Award Moët & Chandon, sponsorizzato dalla nota marca di champagne: prima della consegna del premio è stato proiettato un montaggio dei film più importanti interpretati da Pullman, sequenza però preceduta da un discorso pubblicitario della rappresentante della casa vinicola e da uno spot pubblicitario della marca, tanto che con ironia Bill Pullman ha detto di non ricordarsi di aver interpretato quel film in cui tutti bevono champagne! C’è lo sponsoring e il mecenatismo: il mecenate è disposto a dare un contributo finanziario per aiutare una forma di espressione artistica e culturale, lo sponsor misura il suo contributo in termini pubblicitari, vuole quindi una resa in termini di immagine, di secondi di esposizione mediatica, e così via. Ecco, ci piacerebbe che le diverse aziende diventassero un po’ più mecenati e un po’ meno sponsor, forse non potrebbero calcolare il loro investimento sotto la voce “pubblicità”, ma ne guadagnerebbero in termini di qualità e simpatia, e anche la lunga fila dei loro ospiti che ogni sera riempie il ring sarebbe guardata con meno astio…
m.morace@bluewin.ch