Un treno che porta in Africa
Grande cinema in Piazza Grande con ‘Comboio de Sal e Açucar’ (Il treno del sale e dello zucchero) di Licínio Azevedo. Un film spettacolare, fra i più coinvolgenti visti negli ultimi anni. Tratto da una drammatica storia vera diventata romanzo grazie allo stesso regista, il film racconta di un viaggio su un treno speciale, quello che durante la guerra civile in Mozambico collegava Nampula, la più grande città del nord del Paese, al confine col Malawi, 700 chilometri che si percorrevano a volte in tre mesi. Tre mesi perché il treno passava attraverso le zone di guerra. Il treno era militarmente corazzato e armato anche di cannoni antiaerei, la gente non pagava il biglietto perché il rischio di morire era altissimo. Il treno trasportava sale per scambiarlo con zucchero e valuta, ed era anche l’unica speranza per chi voleva arrivare al confine e reperire qualcosa da portare alle famiglie e per chi voleva trovare rifugio. Come la diligenza di ‘Ombre rosse’ il treno trasporta una varia umanità fatta di soldati e gente comune, soldati che violentano le donne, i cui sposi devono tacere. Tra i viaggiatori Rosa, un’infermiera che deve raggiungere il nuovo ospedale dove è stata assegnata, con lei Mariamu, una delle viaggiatrici più assidue. Tra i soldati il rigoroso tenente Taiar e il cattivo Salomão, entrambi innamorati di Rosa. Invece degli indiani ad attaccare il convoglio sono le truppe ribelli. La storia si svolge nel 1989, oggi il Mozambico è sull’orlo di un’altra guerra civile. La drammaticità della situazione era ben visibile nel gruppo di rappresentanza del film; film da applausi, che segna una nuova via nel cinema africano. U.B.