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‘Al di sopra di tutto. Chiudere così è perfetto’

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«Cosa posso chiedere di più?», ha più volte ripetuto Fabian Cancellara, dopo l’inaspettat­a consacrazi­one nella cronometro di Rio. «Sono molto fiero di quanto ho fatto oggi. Questo titolo significa moltissimo. Corro da più di 16 anni, è davvero tanto. Non trovo le parole per descrivere ciò che sento», ha sottolinea­to il tre volte medagliato olimpico, che si è presentato davanti alla stampa con sulle spalle una bandiera svizzera, nazione alla quale ha regalato il 48° titolo ai Giochi estivi. Pungolato sulla possibilit­à di un immediato ritiro dalle competizio­ni, Fabian ha risposto che «bisognerà che me lo domandiate ancora domani. Ora mi voglio solo godere questo momento. Di una cosa sono però certo, si trattava dell’ultima volta che correvo con un obiettivo prefissato. Può darsi che disputerò ancora una gara di addio». Spartacus ha spiegato di aver avuto delle difficoltà nella giornata precedente alla gara... «Ero solo nella mia camera e la mia mente era attraversa­ta da numerosi pensieri. Sapevo che si trattava di una delle mie ultime corse. Dovevo fare di tutto per prepararla al meglio, perché non volevo mancare questo appuntamen­to – ha confessato –. Ieri sera (martedì sera, ndr) ho mangiato in compagnia di altri atleti svizzeri e ciò mi ha permesso di staccare un po’ dal pensiero fisso della competizio­ne». Le emozioni di questo oro superano quelle provate otto anni fa a Pechino, teatro del suo primo trionfo olimpico... «Quello che ho vissuto oggi è più forte della gioia provata a Pechino. È al di sopra di molti altri miei successi. Sapevo che si trattava dei miei ultimi Giochi, del mio ultimo vero obiettivo. L’emozione è stata forte in numerose corse che ho disputato in questa stagione. Era la mia ultima volta in ognuna di esse. Non ho ottenuto i risultati che spesso mi sono prefissato. Speravo di brillare nelle classiche, di brillare nel Tour de France al suo passaggio a Berna. Ciò che ho compiuto a Rio è al di sopra di tutto quello che ho realizzato. Chiudere in questo modo un capitolo della mia vita è perfetto».

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