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La pressione per un oro ‘per forza’

Il ‘4 senza’ rossocroci­ato parte da favorito nella finale di oggi

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Mario Gyr, Simon Niepmann, Simon Schürch e Lucas Tramèr attendono questa gara da molti mesi. Il “quattro senza” rossocroci­ato potrebbe regalare oggi (ore 16.44 in Svizzera) al canottaggi­o elvetico la settima medaglia d’oro della storia della disciplina, a vent’anni di distanza dall’ultima impresa, quella firmata da Xeno Müller ai Giochi di Atlanta 1996. Imponendos­i nella semifinale, il quartetto elvetico ha fornito le rassicuraz­ioni del caso, dopo le perplessit­à sorte a seguito del terzo posto ottenuto nelle serie di qualificaz­ione. Grazie al primo posto in semi, la Svizzera si è anche assicurata una delle corsie più ambite, protette da eventuali folate di vento. Non è il caso, invece, dell’altra grande favorita, la Nuova Zelanda, solo terza nella sua batteria di semifinale. Tramèr e compagni conoscono molto bene i cinque equipaggi della finale che sfideranno sulle acque di Lagoa (Nuova Zelanda, Danimarca, Italia, Francia e Grecia). «Normalment­e abbiamo la meglio su tutti i nostri avversari, tranne neozelande­si e la Danimarca, che ci creano sempre qualche grattacapo» ha ammesso il 26enne ginevrino, sorpreso anche dal livello dell’Italia, vincitrice della prima semifinale. Direttore di Swiss Rowing, Christian Stofer, ha una fiducia cieca nel suo equipaggio. «Volevano la finale, e ora ce l’hanno. C’è pressione, ma è normale. Sanno quanto vale una finale, e sanno che la devono approcciar­e facendo astrazione dal contesto olimpico». «Sì, la pressione c’è – aggiunge Tramèr – ma siamo noi stessi a mettercela».

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