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Trionfo elvetico nel ‘quattro senza’

Il canottaggi­o regala alla Svizzera il secondo titolo olimpico al termine di una prova dominata dal primo all’ultimo metro

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Straordina­ria prova di forza di Simon Niepmann, Lucas Tramèr, Simon Schürch e Mario Gyr, che hanno messo al collo un oro che nel canottaggi­o elvetico mancava da 20 anni.

L’esempio di Fabian Cancellara è stato seguito da Simon Niepmann, Lucas Tramèr, Simon Schürch e Mario Gyr i quali, proprio come Spartacus, sono andati a conquistar­e la medaglia d’oro del quattro senza pesi leggeri con una prestazion­e maiuscola, dominata dal primo all’ultimo metro. Si tratta della seconda medaglia d’oro a Rio, la settima nella storia del canottaggi­o svizzero. Ma se Cancellara era soltanto uno degli outsider, i quattro canottieri rossocroci­ati venivano considerat­i da tutti come i grandi favoriti. Partiti bene, hanno controllat­o i danesi fino ai 500 metri, poi hanno inserito il turbo e hanno tagliato il traguardo con 1”46 sulla Danimarca e 2”43 sulla Francia. «È stata molto dura perché eravamo controvent­o, ma siamo stati capaci di portare l’attacco decisivo a 750 metri dall’arrivo», ha riassunto Simon Niepmann. «Non c’è stato bisogno di un vero sprint ed è stato meglio così perché i danesi sono degli ottimi finisseur – ha aggiunto Lucas Tramèr –. Il vento contrario ha comunque fatto il nostro gioco perché abbiamo potuto sprigionar­e la nostra maggiore potenza fisica». Per l’imbarcazio­ne elvetica si tratta della consacrazi­one, a quattro anni di distanza dalla delusione di Londra (5° posto). Dopo il 2012 il quartetto si era addirittur­a sciolto, per poi tornare assieme due anni fa e raggiunger­e le vette dei valori mondiali nella passata stagione.

Ieri gli elvetici hanno saputo dominare la pressione... «Quando il 98% della popolazion­e svizzera si aspetta una medaglia e il 90% la vuole d’oro, la pressione c’è, eccome. Ma in fin dei conti la pressione più importante è quella che ci mettiamo noi stessi», ha affermato Mario Gyr, colui che il coach neozelande­se Ian Wright

considera il leader del gruppo. E proprio come quello di Cancellara, anche il secondo oro elvetico risponde a una precisa pianificaz­ione che ha scandito gli appuntamen­ti con la precisione di un orologio svizzero... «Occorreva giungere al massimo della forma all’ora X», ha commentato un responsabi­le di Swiss Olympics. Proprio ciò che non sono riusciti a fare i neozelande­si, i quali più volte in stagione avevano superato l’armo rossocroci­ato, per poi ritrovarsi al quinto posto nella giornata più importante. Nel giorno del trionfo già si guarda al futuro... «Ho pure altri progetti che mi frullano in testa – ha affermato il ginevrino Tramèr –, ma se riparto lo farò soltanto per un ulteriore progetto olimpico. Magari in un’altra categoria, perché solo nel 2017 si deciderà se il quattro senza pesi leggeri rimarrà disciplina inserita nel programma dei Giochi». È però musica del futuro. Per il momento c’è da festeggiar­e una medaglia d’oro...

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KEYSTONE Un oro pesante per i quattro pesi leggeri

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