Il commissario lascia l’antidroga
Dopo 5 anni a capo della Sad, Stefano Mayor è ora ispettore al Centro cooperazione di polizia e doganale
Nuova sfida professionale dopo un lustro trascorso a dirigere il team di agenti impegnati nella lotta ai traffici di sostanze stupefacenti
Rimane un inquirente ma cambia orizzonte e si sposta a sud, anzi sul confine. Stefano Mayor, da cinque anni a capo della Sezione antidroga della Polizia cantonale (Sad) e dal 1998 attivo nello stesso gruppo come agente al fronte, ha lasciato il team degli agenti operativi nella lotta al traffico di stupefacenti in via Bossi a Lugano per assumere una nuova sfida professionale e un nuovo incarico: ispettore al Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso, composto da agenti delle due parti (svizzera e italiana) e che ha quali compiti quelli di garantire il buon funzionamento della cooperazione transfrontaliera e degli scambi di informazione in materia di polizia e doganale. Commissario capo ad interim della sezione antidroga è ora Andrea Lurati. La nomina del nuovo responsabile – in seguito al concorso aperto internamente alla Polizia cantonale – avverrà nel corso dell’autunno da parte del Consiglio di Stato. Il lavoro e la funzione, per Mayor, cambiano radicalmente ma si mantengono nell’ambito giudiziario. Gli obiettivi del Centro di cooperazione di polizia e doganale a Chiasso sono infatti orientati a contrastare: i traffici illeciti in materia di stupefacenti e tratta di esseri umani, l’immigrazione illegale tra Svizzera e Italia e più in generale la criminalità nella zona di frontiera. «Lo scambio di informazioni è ampio, riguarda sia inchieste di polizia giudiziaria sia più semplicemente multe legate alla circolazione» – spiega il neoispettore, Stefano Mayor. Che aggiunge: «Anche le inchieste di droga non mancano e me ne occupo ancora volentieri». L’ex commissario è ora ispettore, senza più compiti di responsabilità sul personale, ma non ha smesso i panni dell’inquirente. Al Centro di cooperazione di Chiasso lavorano due ispettori della Polizia cantonale, agenti della gendarmeria, Guardie di confine, agenti della Polizia federale. «L’attività qui a Chiasso è molto variegata» – prosegue Mayor, il cui datore di lavoro rimane per il neoispettore il Cantone, anche se il Centro di cooperazione, attivo 24 ore su 24, è gestito a livello federale. «Non svolgiamo noi direttamente le inchieste, ma le indagini sono di portata internazionale. Dal canto nostro collaboriamo nel trasmettere informazioni all’Italia, rispettivamente dall’Italia i colleghi informano la Svizzera».
Attività aperta 24 ore su 24
Per Mayor prosegue la collaborazione con la sezione antidroga di via Bossi, composta sia da agenti della cantonale sia di colleghi delle comunali di Lugano, Biasca e Chiasso. «Rimaniamo in contat-
to regolarmente, quasi ogni giorno» – assicura. Nei cinque anni di direzione di Mayor della sezione antidroga (dal 2011) non sono mancati i sequestri di grandi quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare lo scorso anno: sette chili di eroina sequestrati nell’agosto 2015 al valico di Brogeda, altri due chili ad agosto.
«Non si può parlare propriamente di record, nella misura in cui quella droga era di transito e non destinata al Ticino» – osserva Mayor, da fine giugno in forze al Centro cooperazione di Chiasso, dove il lavoro è diversificato: «Alcune informazioni possono essere sviluppate e approfondite, tracciate relazioni». L’interscambio di informazioni tra Italia e Svizzera si traduce fisicamente anche nella disposizione delle postazioni di lavoro al Centro di cooperazione: due ispettori, tra cui Mayor, per la Svizzera siedono in faccia a due colleghi di polizia italiani, Così l’interscambio di informazioni tra i due Paesi si fa celere ed efficace.