Posta di Balerna, ‘si pensi a un’alternativa’
Balerna ha gli occhi puntati sul Gigante giallo. Da quando si sa che la Posta ha contattato il Municipio locale per discutere del futuro dell’ufficio postale, la preoccupazione è cresciuta. L’esecutivo, dal canto suo, non si mostra tanto arrendevole. A ‘laRegione’ del 25 luglio il sindaco Luca Pagani lo ha ribadito in modo chiaro: si farà di tutto per difendere il servizio. A cercare rassicurazioni sono anche i consiglieri comunali, tanto più alla luce della conferma di una verifica in corso da parte della stessa azienda. Dopo Ppd-Generazione giovani, ad accendere i riflettori sul destino degli sportelli comunali con un atto formale è La Sinistra. “Il nostro Comune – esordisce l’interrogazione – non può e non deve accettare passivamente questa decisione da parte del ‘Gigante giallo’”. Del resto, si ricorda, “la popolazione necessita di tale servizio e auspica che quest’ultimo non venga smantellato”. Mantenerlo, si rincara, è utile a tutti, al di là della possibilità di spostarsi più o meno agevolmente. A questo punto La Sinistra, per voce dei consiglieri Damiana Chiesa, Mixaris Bianchera e Maurizio Manfredini, suggerisce un’uscita di sicurezza, nell’ipotesi che si concretizzi uno smantellamento del servizio. Una soluzione, spiegano, “potrebbe essere quella di inglobare l’ufficio postale all’interno della Cooperativa Popolare di Balerna – nella forma dell’agenzia, ndr –. Un progetto in questa direzione potenzierebbe l’offerta di più servizi a tutta la cittadinanza, tenendo anche in considerazione l’ubicazione della stessa, che dal punto di vista logistico si trova in una posizione strategica ottimale”, e poco distante dalla Posta stessa. Quindi, si sollecita, il Municipio intende sostenere una simile proposta? C’è poi un altro aspetto da non sottovalutare e sul quale La Sinistra ha dichiarato la sua apprensione: il destino dei dipendenti del posto. In sostanza, l’autorità comunale “ha ricevuto garanzia da parte della Posta sul ricollocamento del personale?”. Il nodo è cruciale anche per syndicom Ticino che, a sua volta, ha domandato rassicurazioni in tal senso al responsabile della rete postale vendita. Per il sindacalista Marco Forte, interpellato dal giornale, questa assicurazione non esiste più. Rimane il piano sociale.