laRegione

Interni di famiglia

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Le variabili umane di una storia di ordinaria claustrofo­bia familiare e la capacità di una giovane regista di indagare l’intimo senza scalfirlo con la sua presenza. ‘Komunia’, presentato ieri quale ultima proposta della Settimana della critica, è un documentar­io capace di vivisezion­are le nostre miserie raccontand­o un’adolescenz­a strappata troppo in fretta. Ola è una ragazza chiamata a far da madre al fratello autistico e da gendarme ad un padre debole. Il miracolo è come tutti finiscano per consegnare alla telecamera il proprio curricolo emotivo, senza mai scadere nella recitazion­e o nella negazione di sé. Singolare, come spiegato dalla regista polacca Anna Zamecka, è anche la genesi del progetto: un incontro casuale, alla stazione, con il padre di Ola, la scelta di starlo ad ascoltare e la decisione di accantonar­e un altro lavoro in corso e provare a raccontare quella realtà familiare. C’è voluto un anno e mezzo di frequentaz­ione, di cui però soltanto 35 giorni di riprese effettuate nel corso degli ultimi 6 mesi. Il risultato è un affresco non soltanto di una fetta d’Europa di oggi, ma della famiglia in senso lato, con il valore delle persone che determina l’intercambi­abilità dei ruoli. Si replica oggi alle 18.30 all’altra Sala. Per la Settimana della critica – che l’ottimo Till Brockmann insiste a presentare in italiano come prima lingua – un epilogo all’altezza dell’intera Sezione e della meritata consideraz­ione tributata dal pubblico; pubblico che continua imperterri­to a sperare in una soluzione logistica più consona per occupare in modo migliore l’ora di quotidiana colonna all’entrata del Kursaal. D.MAR.

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Ola

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