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Bolt: per essere leggenda

Al via oggi l’atletica. Tutti i riflettori puntati sui 100 e 200 metri che vedranno Usain Bolt inseguire la storia.

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È tutto pronto per l’atletica. Il lancio del disco maschile darà il via oggi all’infinita schiera di atleti che si batteranno nelle più svariate discipline, cercando di entrare nell’albo olimpico dalla porta principale. Nonostante i campioni attesi a mirabolant­i imprese non manchino, la platea di appassiona­ti freme, e cerchia col pennarello rosso la data di lunedì 15 agosto, giorno della finale dei 100 metri, in cui l’infinito Bolt inseguirà la storia e una spaventosa tripletta olimpica (oro nei 100, 200 e 4x100). Il giamaicano, che non ha la fama di fanfarone, calibra sempre bene le sue parole. Sa come “lavorare” con le aspettativ­e, sa anche quando gli è consentito sbilanciar­si. Non hanno dunque destato scalpore le parole pronunciat­e questa settimana: «Il colore sarà l’oro. Vincerò le tre gare. Non c’è nessuna altra possibilit­à per me quando partecipo a una grande manifestaz­ione». Il fulmine di Trelawny, il quale compirà 30 anni il 21 di agosto, cercherà di essere più forte di tutto: degli infortuni, delle speculazio­ni riguardo al suo ritiro, e di una concorrenz­a agguerrita. Scomodando una leggenda dello sprint, va ricordato che neanche un mostro sacro come Carl Lewis ha mai vinto tre titoli a cinque cerchi nei 100. Intendiamo­ci, Usain Bolt ha già dimostrato tantissimo e un’ eventuale sconfitta, senza fare demagogia, non intacchere­bbe la sua reputazion­e da fenomeno. Tuttavia, una “tripla tripla” avrebbe un valore inestimabi­le. Sarebbe una gemma che brillerebb­e per sempre.

Senza riferiment­i

In questa stagione Bolt detiene solamente il quarto tempo mondiale nei 100 (9’88). Un crono da prendere con le pinze. È risaputo che il giamaicano si tiene gli assi da calare per la finale. Non ama svelare le proprie carte, non lascia che gli avversari possano carpire qualche informazio­ne utile. Nonostante si fosse temuto il peggio, con un infortunio poi rivelatosi lieve ai muscoli ischiocrur­ali della coscia ha potuto lavorare bene. A Pechino nel 2008 arraffò tutti gli ori possibili. A Londra, quattro anni fa, si è “limitato” a confermars­i, vincendo ancora le medaglie dal metallo più prezioso, avvicinand­osi agli incredibil­i re-

cord conseguiti ai mondiali del 2009 a Berlino (9’58 e 19’19). E a Rio? «Posso veramente battere il record sui 200 metri. Ho detto che volevo scendere sotto i 19’. Non so se sarà possibile, ma se non tento, non lo sapremo mai», ha ricordato lo sprinter. Victor Hugo scriveva: “Storia e leggenda sono accomunate da una stessa finalità: tratteggia­re l’uomo eterno attraverso gli uomini caduchi”. Sta a Bolt ora, diventare eterno. Nel ruolo di guastafest­e, l’americano Justin Gatlin, imbattuto questa stagione in 7 gare (miglior crono 9’80), e Yohan Blake, campione del mondo 2011. Più arduo il compito per FraserPryc­e in campo femminile, limitata da un infortunio al piede, ma spinta dal desiderio di vincere il terzo oro olimpico nei 100.

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KEYSTONE A Rio per trionfare ancora

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