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Per Schwazer è la fine: 8 anni di squalifica

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«Sono distrutto», è stata la prima reazione di Alex Schwazer, squalifica­to dal Tas per otto anni per doping. «Era un verdetto che ci attendevam­o – ha spiegato l’allenatore dell’altoatesin­o Sandro Donati –. Abbiamo cercato di dissuadere Alex dalla volontà di andare avanti, ma lui voleva inseguire fino all’ultimo il sogno di correre a Rio. Ora torneremo il prima possibile in Italia». Donati, che ha più volte attaccato la federazion­e internazio­nale di atletica, ha poi sottolinea­to che «ora Alex ha l’equilibrio per affrontare la vita oltre l’atletica: ci aveva già detto che comunque avrebbe smesso di correre dopo Rio». Il Tas, insomma, non ha creduto all’atleta che ha già scontato una lunga squalifica per doping e che è stato trovato positivo a un controllo, sollevando un polverone mediatico, a cavallo tra la condanna e le accuse di congiura e accaniment­o. Schwazer era venuto a Rio convinto di poter marciare, ma invece è arrivata la mazzata che ne chiude la storia e la carriera. La sentenza è arrivata dopo quasi due giorni di camera di consiglio. L’azzurro si era spinto fino a Rio con il pool di legali e il suo tecnico Donati, per tentare il tutto per tutto e dimostrare che nella nuova positività c’erano troppe anomalie. Due giorni fa Schwazer era comparso davanti ai giudici del Tas. I suoi legali, Donati e poi lo stesso atleta erano stati sentiti a lungo. Schwazer era apparso motivato e convinto di poter gareggiare nella prova di marcia, per la quale era uno dei favoriti.

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KEYSTONE Condannato

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