Il coraggio di non sedersi sugli allori
Morcote è il villaggio più bello della Svizzera. Questa vittoria al concorso nazionale promosso da Ringier e Ssr, che ha visto una partecipazione iniziale di oltre cento paesi, non può che inorgoglire il nostro cantone, attestando ancora una volta la predilezione degli svizzeri per i luoghi suggestivi e pittoreschi, di cui il Ticino è ricco (ricordo che tra i 12 finalisti erano stati selezionati anche Breno e Lavertezzo). Per il piccolo comune sul Ceresio si tratta senz’altro di un riconoscimento che, come evidenziato dal sindaco Nicola Brivio, aumenterà le quotazioni turistiche, soprattutto (…)
Segue dalla Prima (...) tra i visitatori svizzero-tedeschi che costituiscono il target principale. Morcote è un comune che negli ultimi anni ha insistito molto sul turismo e lo ha fatto in un modo che a mio avviso dovrebbe rappresentare un esempio anche per altre realtà del cantone. Si tratta infatti di un caso emblematico di come oggi, di fronte a un settore in continuo mutamento come quello turistico, sia necessario reinventarsi, staccarsi da vecchi schemi operativi che hanno fatto la nostra fortuna in passato e guardare avanti. Costruire una nuova identità rispetto a quella convenzionalmente percepita, è la grande sfida alla quale siamo chiamati. Un tempo Morcote era il più grande porto sul lago di Lugano e, negli anni, è diventato un centro turistico tra i più visitati in Ticino. In un territorio tutto sommato ristretto si concentrano molti gioielli: i portici delle antiche case patrizie, monumenti architettonici di grande valore, la chiesa di Santa Maria del Sasso, la tenuta Castello di Morcote e il parco Scherrer, solo per menzionarne alcuni. Il rischio per un comune ricco di attrattive paesaggistiche e culturali poteva essere quello di cullarsi sugli allori pensando che ciò che ha fatto la fortuna in passato, continuerà a farla in futuro. Non è così. La mobilità, ad esempio, è una prerogativa dello sviluppo turistico. Il visitatore di oggi deve potersi muovere comodamente con tutti i mezzi di trasporto, siano essi pubblici o privati. È dimostrato che la mancanza di parcheggi può implicare delle ripercussioni a livello di arrivi. In questo senso il nuovo autosilo inaugurato di recente contribuirà senz’altro a migliorare l’attrattiva del borgo. Un paese che vanta numerosi beni culturali come quelli che ho poc’anzi citato e un nucleo iscritto nell’inventario federale degli insediamenti svizzeri d’importanza nazionale, avrebbe potuto decidere di puntare tutto sui monumenti storici, rimanendo ancorato al passato. A Morcote si è invece deciso di strizzare l’occhio anche agli appassionati di arte contemporanea con l’allestimento, durante tutta la scorsa estate, dell’importante mostra di sculture e installazioni all’aperto firmate da artisti di fama internazionale. Il mio auspicio è che la vittoria di un comune ticinese al concorso nazionale ‘Il più bel villaggio della Svizzera’ contribuisca, una volta di più, ad aprire gli occhi degli stessi ticinesi sulle meraviglie che abbiamo la fortuna di avere a portata di mano. C’è chi si reca a visitare santuari in Asia e non ha mai visto il battistero di Riva San Vitale, il più antico monumento cristiano svizzero. C’è chi viaggia in Sud America alla ricerca di comunità che vivono secondo uno stile di vita alternativo e non sa che in Ticino c’è una valle dove si è scelto di non avere l’elettricità, ma si vive unicamente grazie all’energia solare: la Valle Bavona. C’è chi vuole vivere esperienze uniche in ambito naturalistico e le cer- ca all’estero, e magari non è mai stato su una piccola isola abitata situata in un lago dove si possono osservare 1’600 specie di piante particolarissime provenienti da cinque continenti. Mi riferisco ovviamente alle isole di Brissago. Di esempi come questi se ne potrebbero fare molti. Spesso cerchiamo all’estero quello che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi, e non vediamo. Come diceva Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere occhi nuovi”.