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Roby Rolfo e un nuovo colore

Giunto ormai alla sua 18esima stagione tra i profession­isti, il torinese di Paradiso ha ancora voglia di correre e stupire

- Di Giacomo Rizza

Prima ticinese d’adozione, ora svizzero a tutti gli effetti. E una passione rimasta immutata negli anni. ‘Ben diciotto da profession­ista’, dice il pilota luganese. Che attende una nuova svolta.

A 36 anni, Roberto Rolfo non ne ha ancora abbastanza. Dopo una lunga e appagante carriera, il torinese di Paradiso scende ancora in pista con l’entusiasmo di un 18enne. «La passione arde ancora dentro di me – dice Roby –. Eppure quest’anno ho festeggiat­o la mia 22esima stagione, la 18esima tra i profession­isti». Al suo quarto anno consecutiv­o nel mondiale SuperSport 600, la categoria cadetta della più rinomata SuperBike, quest’anno il piemontese sta disputando la sua prima annata con il nuovo team Factory Vamag, in sella alla moto MV Agusta F3 675, già guidata nel 2013 quando Rolfo era affiliato al team ufficiale. «Purtroppo la stagione non sta andando come mi aspettavo. Abbiamo avuto parecchi problemi tecnici all’Agusta che hanno di fatto compromess­o parecchie gare». Ad alimentare le difficoltà, si sono aggiunte le nuove norme imposte dalla Lega relative alla centralina e al cablaggio delle moto: «La questione della modifica della centralina ha messo in difficoltà praticamen­te ogni pilota della Mv. I team ufficiali sono riusciti a colmare le lacune, creando le condizioni per permettere ai propri piloti di disputare delle buone gare. Sul nostro fronte, purtroppo i problemi sono persistiti. Credo che abbiamo pagato un po’ di inesperien­za a livello di team. Si tratta infatti di una squadra motivata e composta da persone fantastich­e e molto competenti a livello teorico, ma che devono ancora farsi le ossa in pista. Quest’anno abbiamo rotto il motore quattro volte su undici corse». A due gare dal termine, con un piazzament­o più che mediocre, dovuto in gran parte ai già citati inghippi, il piemontese si augura che la prossima stagione possa essere quella della svolta: «Se consideria­mo i risultati dal mio esordio in SuperSport nel 2013, ho sempre ottenuto buoni piazzament­i, come il sesto e il settimo posto negli ultimi due Mondiali. Questo lascia ben sperare in vista dell’anno prossimo». Da un paio d’anni, il torinese organizza pure corsi di guida sportiva in pista, indirizzat­i ad appassiona­ti e a giovani «Ho avviato questo progetto (denominato ‘Tutti in pista con Roby Rolfo’, ndr) in maniera del tutto autonoma. L’attività mi piace molto. Il corso può essere a gruppi o individual­e e si è rivelato molto apprezzato dai piloti che vi hanno preso parte. Ciò che davvero gradiscono è il fatto che io abbia guidato praticamen­te ogni genere di mezzo e, di conseguenz­a, sono in grado di fornire consigli specifici in base alle esigenze e agli stili di guida necessari per ogni tipo di moto. Per quando riguarda il futuro, il mio intento è quello di gareggiare ancora un paio di stagioni, in seguito l’opzione di dedicarmi completame­nte a questa causa è davvero concreta». I ricordi più belli del lungo percorso agonistico vissuto tra Motomondia­le, SuperBike e SuperSport, sono legati agli anni vissuti in Moto 2: «Le soddisfazi­oni più grandi sono arrivate negli anni in cui ho corso nella 250, in particolar­e nella stagione 2001, in cui chiusi il mondiale al quarto posto con un’Aprilia non ufficiale. Ottenere un simile risultato con una moto del genere fu davvero notevole». Nonostante la vita frenetica e piena di impegni, Rolfo riesce comunque a dedicare del tempo per se stesso: «Sono appassiona­tissimo di ciclismo. Appena ho l’occasione, prendo la bici e scappo evado dalla routine, consapevol­e che questa attività sia anche una parte importante del mio allenament­o».

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Roby Rolfo in azione

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