I dati degli avvocati non vanno inviati alle autorità statunitensi
Losanna – Cornèr Banca intendeva fornire – su richiesta delle autorità americane – i dati riguardanti due avvocati e uno studio legale. Non potrà però farlo: il Tribunale federale ha respinto nei punti essenziali un suo ricorso confermando una decisione del Tribunale commerciale di Zurigo. La banca con sede nel Canton Ticino – indica il Tf in una nota in cui riassume la sua sentenza pubblicata ieri – ha partecipato al programma di regolarizzazione per le banche svizzere imposto dal fisco e dal Dipartimento di giustizia americani. Questo era volto a metter fine alla lunga vertenza fiscale con gli Stati Uniti evitando agli istituti elvetici insidiosi procedimenti penali negli Usa per l’aiuto fornito a clienti americani a evadere il fisco del loro Paese. L’istituto – il comunicato non ne fa il nome ma si tratta della Cornèr Banca (il caso è già stato oggetto di articoli di stampa, ndr) – intendeva in tale ambito fornire i nomi di due avvocati svizzeri che avevano gestito in quanto rappresentanti autorizzati conti della banca per clienti americani, come pure uno studio legale che aveva portato all’istituto clienti statunitensi. Il Tf ha respinto nei punti essenziali il ricorso inoltrato dall’istituto. La consegna dei dati prevista – affermano i giudici di Losanna – costituisce in linea di principio una violazione della personalità degli interessati, visto che la legislazione americana non assicura un livello di protezione adeguata dei dati ai sensi dell’articolo 6 della Legge sulla protezione dei dati (Lpd), che disciplina la comunicazione degli stessi all’estero. La comunicazione dei dati può essere giustificata, sempre secondo lo stesso articolo della Lpd, se è “indispensabile per tutelare un interesse pubblico preponderante”. Poiché questa condizione dev’essere realizzata al momento della consegna dei dati, le circostanze possono evolvere nel corso della procedura, rileva il Tribunale. La banca ricorrente – continua il Tf – non dimostra in modo sufficiente che la consegna allo stato attuale è indispensabile per la salvaguardia di un interesse pubblico. Vietandola il Tribunale commerciale di Zurigo non ha dunque commesso alcuna violazione del diritto. ATS/RED