Il ‘Museo al Centro’ di Claro
Storia naturale: i dettagli della candidatura all’intersezione fra Città e Riviera
Nel cuore del paese il Municipio mette a disposizione gratis un terreno Ap/Ep di 5’636 metri e propone una costruzione ex novo con oltre 3mila metri quadrati di superficie espositiva
Mira al concetto di ‘centro’ la candidatura di Claro a sede del nuovo Museo cantonale di storia naturale, che per motivi di spazio dovrà lasciare l’attuale sede presso il Liceo di Lugano. Centro inteso sia come intersezione fra la realtà urbana del Bellinzonese e la Valle Riviera (Città, Direzione aggregativa della nuova Bellinzona e Comunità della Riviera sostengono questa candidatura); sia come fulcro del paese essendo proposto gratuitamente un terreno di 5’636 metri quadrati (iscritto a Pr come Ap/Ep) situato fra palazzo comunale, chiesa, scuole, residenza per anziani e casa patriziale; sia come luogo molto vicino alle varie componenti costituenti gran parte del Dna naturalistico del Ticino tra fondovalle e vette (fra le più note, appunto, il Pizzo di Claro con i suoi 2’727 metri) e a ridosso della linea insubrica. Claro scopre ora le sue carte con un dossier di 70 pagine ricco di spiegazioni, mappe e disegni. Lo fa dopo Lugano, Losone e Faido, le cui autorità hanno esposto nei giorni scorsi i dettagli delle rispettive candidature (non l’hanno per contro fatto Balerna e Bellinzona, quest’ultima pure candidata col Deposito dei vecoli militari a ridosso di via Lepori ma solo in modo sussidiario rispetto alla priorità data a Claro quale futuro quartiere della Nuova Bellinzona). “Si tratta di un’opportunità unica e irripetibile – sottolinea il Municipio di Claro – per dare forma e vita e qualificare un centro paese con contenuti simbolicofunzionali di alto significato scientifico, ambientale e umano”. Il dossier è stato allestito a più mani coinvolgendo l’architetto Ivan Fontana (sua la bozza di progetto improntata ai canoni della moderna museologia), l’ingegnere all’Istituto di scienze della Terra (Supsi) Cristian Scapozza e l’ingegnere Luigi Lucchini dello studio Lucchini-Mariotta specializzato in ambito viario. Al Consiglio di Stato – cui compete la decisione sulla nuova “location” e relativo investimento da sottoporre al Gran Consiglio – viene proposta la costruzione ex novo di un edificio che sulla carta supera di poco le richieste cantonali: 3’115 metri quadrati di superficie espositiva distribuita su due piani (chiesti 2’800), 2’461 metri per il settore tecnico-amministrativo-shop (2’300) e 1’650 per archivio e deposito (1’500). In tutto 7’226 metri contro i 6’600 desiderati. L’esterno verrebbe completato da una piazza che si congiungerebbe con una nuova area a parco comprendente casa comunale e scuola materna. La riorganizzazione urbanistica e spaziale del centro dell’abitato è un’operazione “vieppiù sentita come necessaria sia a seguito del forte sviluppo demografico ed edilizio che ha conosciuto il Comune negli ultimi decenni, sia considerata la volontà popolare di aggregazione, quindi un’idea simbolo della periferia che diventa centro”. La realizzazione del museo permetterebbe inoltre di ridefinire i posteggi (previsti 110 stalli) e il traffico veicolare, creando anche un nuovo percorso pedonale.