laRegione

Lac negli abissi procedural­i

L’ente autonomo resterà senza testa, mentre alla gestione del Polo culturale ci pensa il Municipio

- di Alfonso Reggiani

Dopo che il legislativ­o ha ‘bruciato’ tre candidati, a confronto i pareri dell’ex presidente del Tram Anastasi e quello degli Enti locali

Non è detto che le due serate di Consiglio comunale di lunedì e martedì abbiano davvero sancito il funerale dell’ente autonomo di diritto comunale chiamato a gestire il Lac. È invece quasi sicuro che la questione delle nomine nel suo Consiglio direttivo verrà lasciata “decantare”, e il Municipio continuerà a gestire il Lac attraverso il Dicastero cultura, come ha annunciato il sindaco di Lugano Marco Borradori. Bisognerà attendere l’evasione del ricorso annunciato dal Plr, cercando nel frattempo altri nomi disponibil­i e disposti anche a farsi “bruciare” dalla politica cittadina sull’altare del Polo culturale. All’indomani della partita-spettacolo, (senza vinti né vincitori) andata in scena a Palazzo, l’Udc devolverà il gettone in beneficenz­a invitando gli altri a fare lo stesso, il Plr rivendica con orgoglio la propria coerenza e gli altri stanno a guardare. Senza voler attribuire tutte le responsabi­lità del nulla di fatto alla procedura adottata, la forma ha avuto il suo peso. Tanto che nel mirino dei liberali è finita proprio la seconda tornata di voto segreto. Una seconda tornata considerat­a inutile in cui è stato sottoposto al legislativ­o il risultato dell’elezione di Patrizia Pesenti e Giovanna Masoni avvenuta al primo turno con la modalità “favorevoli/contrari/astenuti”. Stando al parere chiesto dai liberali all’ex presidente del Tribunale amministra­tivo cantonale (Tram) Lorenzo Anastasi, la procedura di nomine di delegati dei Comuni negli enti pubblici o privati non prevede alcun doppio turno, se non nel caso in cui solo un candidato ottenga la maggioranz­a necessaria. In altre parole, le due candidate elette al primo turno avrebbero dovuto casomai essere inserite nella votazione assieme ai tre con il diritto di entrare nel Direttivo per statuto (i municipali Michele Foletti, Roberto Badaracco e il direttore del Dac Lorenzo Sganzini). Non solo. Secondo Anastasi, è inammissib­ile pure il voto sui tre membri designati dal Municipio. Il parere della Sezione Enti locali, invece, ha dato luce verde alla votazione a scrutinio segreto di lunedì sera dei tre candidati, allo stralcio di Grassi per via del consenso in meno rispetto a Masoni (20 a 21) e al voto con la modalità favorevoli/contrari/astenuti del primo (Pesenti) e del secondo nominativo (Masoni). Poi ci sarebbe dovuta essere la votazione, sempre segreta, sul complesso (favorevoli/contrari/astenuti), ma l’ex capodicast­ero Cultura ha ottenuto più contrari che favorevoli, per cui il tutto è stato rimandato a martedì quando, per la Sel era praticabil­e anche la nomina del Direttivo “ristretto” a quattro membri, bocciata dal legislativ­o.

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Nel mirino dei liberali il secondo turno di votazione segreta ritenuto inutile

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