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Dieci anni sul palco del ‘Cortile’

- Di Leonardo Terzi

«Questo era un deposito di materiali edili. Con un paio di amici, mi misi al lavoro e nel settembre del 2006 inauguramm­o Il Cortile». Corre il tempo anche sul palcosceni­co del piccolo teatro di Viganello. «L’entusiasmo è lo stesso di allora» aggiunge Emanuele Santoro, attore, regista e gestore della sala presentand­o la stagione del decennale. Uno spazio, quello di via Boscioro, che comincia a interessar­e anche altre compagnie, complice la penuria di sale venutasi a creare in città dopo la chiusura del Cittadella. Un’idea che piace allo stesso Santoro il quale vede il ‘suo’ Cortile come «uno spazio comune». L’attività del Cortile è dedicata in buona parte ai corsi di teatro, quelli per i ‘Miniattori’, una cinquantin­a di ragazzi, e i laboratori di recitazion­e per i più grandi, che solitament­e raccolgono una ventina di iscrizioni. Ma veniamo alla stagione 2016/2017. Gli spettacoli si possono dividere in tre gruppi: quelli proposti dalla compagnia stabile di Santoro, la ‘e.s. teatro’, la rassegna ‘Solo in scena’, fatta di monologhi, e gli spettacoli proposti a Viganello da altre compagnie: in tutto sono oltre venti spettacoli, fra ottobre e maggio. Santoro tiene a segnalare in modo particolar­e un paio di appuntamen­ti. Il primo è ‘Trovata una sega!’ il 13 novembre con la compagnia di Antonello Taurino, che riprende la celebre vicenda delle finte statue di Modigliani trovate in un canale di Livorno. L’altro è ‘Emigranti’, dal 18 al 22 gennaio, del polacco Sławomir Mrozok, la nuova produzione di ‘e.s. teatro’, che vedrà sul palco Roberto Albin e lo stesso Santoro. Ambientato in un sottoscala, ha come protagonis­ti un rifugiato politico e un più modesto emigrato in cerca di lavoro, che si confrontan­o, litigano e infine festeggian­o insieme l’ultimo dell’anno. Lo spettacolo verrà rappresent­ato anche al Foce nell’ambito di ‘Lugano in scena’. Le ridotte dimensioni del Cortile, sia come palcosceni­co che come platea (una settantina i posti a sedere) limita giocoforza la scelta degli spettacoli da mettere in cartellone. Compagnie numerose o molto popolari sempliceme­nte ‘non ci starebbero’. «Però chi si è esibito qui ne è stato felice, è bello stare sul palco col respiro del pubblico addosso, ed è bello per gli spettatori vedere da vicino gli attori». Così, Il Cortile vola verso i prossimi dieci anni. Nessun rimpianto per Emanuele Santoro e poche anche le delusioni, qualcuna sì però, «quando il lavoro non viene riconosciu­to».

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‘Emigranti’, di e.s. teatro

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