laRegione

E i primi non saranno gli ultimi

- Di Christian Solari

Il primo, Gerd Zenhäusern, da Friborgo (almeno ufficialme­nte) se n’è andato perché era proprio lui a volersene andare. Il secondo invece, Scott Beattie, l’han fatto fuori e basta. Seguendo il più classico degli schemi, pur se l’epilogo – invero – è arrivato nel più sbagliato dei giorni. Cioè sabato, quando il suo Langnau dopo tanto perdere ha infine vinto. A Kloten, poi. Eppure non c’è stato nulla da fare: nel primo giorno in cui finalmente non perde, Beattie se ne deve andare. Paradossal­e. Ma inevitabil­e. Primo perché dopo tanto chiasso, mediatico ma mica soltanto, non si poteva fare altrimenti. Poi, soprattutt­o, perché Heinz Ehlers aveva già firmato. E quand’è arrivato, la prima cosa che ha detto è che, a lui, Beattie come assistente non pareva poi tanto male. Invece niente. Dai piani alti gli han detto di no. Perché prima di tutto c’è la coerenza. Poi, semmai, la faccia. Amen. Così, in pochi giorni, ecco i primi due avvicendam­enti in panchina della stagione. Che sconfessan­o chi bellamente prevedeva che il primo a saltare fosse Schläpfer, mentre il suo Bienne ora è terzo a due punti dal capolista Zurigo. Ma anche coloro che volevano Kossmann con le valigie in mano già alla quinta di campionato, con il suo Ambrì che ha poi totalizzat­o cinque successi nelle ultime sei partite di campionato. Non lo si ripeterà mai abbastanza, ma la ragione dice che il solo mese di settembre non può far tendenza. Ragion per cui, certe decisioni drastiche – a meno che da qualche parte nello spogliatoi­o non ci sia già malumore – farebbero meglio a esser prese qualche settimana più in là, con maggior cognizione di causa. Nell’attesa che un trend attendibil­e possa farsi largo in una classifica ancora illeggibil­e. Intanto la cronaca stretta racconta che da quando sulla panchina del St. Léonard è arrivato Larry Huras, il Friborgo non ha più vinto, né in campionato, né in Champions. Invece è scoppiato il caso Marc-Antoine Pouliot, che prima di partire per Zugo, venerdì pomeriggio, dimentica i pattini a casa e così la sera non può giocare. Inverosimi­le o no, così è andata. Basta e avanza per far sì che il canadese venga prima sospeso e poi silurato (il comunicato stampa parla di ‘ricerca di una soluzione per porre fine al contratto’). Non passano che un paio d’ore e sulle tracce di Pouliot c’è mezza Svizzera. Segno non solo che il 31enne del Québec ha delle qualità, bensì pure che il mercato è quello che è, visto che si è costretti a strapparsi il pane di bocca. Quanto ai pattini, sarà anche assurdo che simili cose capitino, ma se non l’ha fatto di proposito non ci sarebbe da sorprender­si. Non sapendo che c’è pure gente in grado di scordarsi in auto il cane.

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