Fusioni, sapore di irricevibilità
Agustoni (Ppd): ‘Mancherebbe la consultazione preliminare delle comunità coinvolte. Ma si è solo agli approfondimenti e attendo soluzioni alternative, anche se fatico a individuarne’.
«Le prime verifiche giuridiche mettono in dubbio in maniera abbastanza importante la ricevibilità del testo». E il granconsigliere Ppd Maurizio Agustoni sembra avviato a redarre un rapporto commissionale che non porterà alle urne l’iniziativa popolare costituzionale del sindacato Vpod, con la quale si disegna un Ticino a quindici Comuni. Il motivo? La maxifusione «non prevede una consultazione preliminare delle comunità coinvolte» e in tal senso non rispetterebbe la Carta europea delle autonomie locali. Risultando così irricevibile, poiché incompatibile con il diritto superiore. «Ma simili decisioni – sottolinea Agustoni, interpellato dalla ‘Regione’ – non vengono mai prese a cuor leggero, soprattutto alla luce delle firme (undicimila, ndr) raccolte». Perciò i sostenitori dell’iniziativa sono stati invitati a presentare alternative in sede di Commissione Costituzione e diritti politici. Alternative che il deputato popolare democratico attende «di conoscere. Spero siano in grado di portare elementi in più a sostegno della ricevibilità del testo. Ma allo stato attuale faccio un po’ fatica a individuarne». Anche perché c’è un precedente non da nulla: quello dell’iniziativa popolare del ‘Guastafeste’ Giorgio Ghiringhelli per la creazione di due sole città del Locarnese e del Bellinzonese. Lo scorso 3 giugno il Tribunale federale ne sentenziò l’irricevibilità al termine di un dibattimento pubblico e per tre voti a due. Centrale il mancato rispetto dell’articolo 5 della Carta europea, che recita: “Per ogni modifica dei limiti territoriali, le collettività interessate dovranno essere preliminarmente consultate, eventualmente mediante referendum, qualora ciò sia consentito dalla legge”. Orbene, tale consultazione preliminare comunità per comunità non sarebbe garantita neppure dall’iniziativa della Vpod. Perlomeno, specifica Agustoni, secondo «i primi approfondimenti». E c’è anche un altro aspetto controverso: nei quindici Comuni post maxifusione i dipendenti pubblici dovrebbero sottostare a Contratti collettivi di lavoro. E dal punto di vista della ricevibilità, spiega il granconsigliere popolare democratico, «questo aspetto potrebbe essere problematico per quanto concerne l’unità di materia».
Durisch (Ps): ‘Forse due alternative’
Da un lato quindi l’irricevibilità dell’iniziativa popolare della Vpod. Dall’altro gli undicimila cittadini che l’hanno sottoscritta. Come uscirne? Per il capogruppo socialista Ivo Durisch le alternative sono due. «Si potrebbe – spiega
Durisch – trovare una soluzione tecnica con la quale avrebbe luogo dapprima una consultazione preliminare delle varie realtà locali, mentre solo in un secondo tempo i cittadini sarebbero chiamati a esprimersi sull’iniziativa». Ma non costerebbe troppo chiamare due volte i ticinesi alle urne? «Qualsiasi fusione
– ribatte il socialista – risulterebbe essere costosa». D’accordo. E la seconda alternativa? «Si tratterebbe di inserire nella Costituzione una norma transitoria per la quale l’iniziativa entrerebbe in vigore solo dopo aver sentito le varie comunità coinvolte. Ci rifletteremo e settimana prossima – conclude il granconsigliere socialista – ne discuteremo in gruppo». Insomma, il tema maxifusioni è in continuo movimento. Anche perché, al di fuori della politica parlamentare, il Dipartimento delle istituzioni sta affinando in questi mesi il Piano cantonale delle aggregazioni.