Cure a domicilio e Laps, l’Ocst sostiene i due referendum
Una misura “penalizzante per i beneficiari di questi servizi, macchinosa nella sua applicazione e poco efficace”. Motivi per i quali l’Organizzazione cristiano-sociale ha deciso di sostenere il referendum lanciato dalla Vpod contro la modifica legislativa – approvata dalla maggioranza del Gran Consiglio nell’ambito della manovra di risparmio per risanare le finanze cantonali – che dà la possibilità al governo di introdurre un contributo di 15 franchi al giorno a carico degli utenti dei servizi di cura a domicilio pubblici o privati con un contratto di prestazione con il Cantone. La misura è sospesa per due anni, a condizione, ricorda l’Ocst, che i servizi riescano a risparmiare lo stesso importo in modo diverso. Il sindacato mette però le mani avanti e giudica la modifica di legge penalizzante. E poco efficace: “Buona parte dei maggiori costi a carico degli anziani sarebbero infatti trasferiti alle prestazioni complementari”. Non solo. “Questa impostazione – annota l’Ocst – crea margini di concorrenza sleale con quei servizi che non saranno obbligati a introdurre il contributo”. I servizi di assistenza a domicilio “sono un sostegno prezioso per i malati e gli anziani bisognosi di cure che possono restare al loro domicilio: un innegabile vantaggio per la qualità di vita degli utenti e un notevole risparmio per la collettività”. Secondo il sindacato, “è dunque miope” intervenire su questi servizi “al di fuori di un progetto di riforma complessivo”. L’Ocst ha deciso di sostenere anche un altro referendum legato sempre alla manovra di rientro. Quello, lanciato dal Ps, contro la revisione delle soglie Laps, la Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali. Una revisione che, osserva l’Ocst, “comporta una riduzione degli assegni integrativi e di prima infanzia, soprattutto per le famiglie monoparentali e per quelle numerose”. Per il sindacato si tratta di “un ulteriore peggioramento, dopo quelli introdotti nei preventivi degli scorsi anni, che porta a un graduale smantellamento della nostra politica a sostegno della famiglia, che è sempre stata portata a esempio in ambito nazionale”.