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Ubs, dopo la Francia c’è la Spagna

Anche Madrid ha chiesto dati fiscali di suoi contribuen­ti alla prima banca svizzera

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Anche la Spagna chiede alla Svizzera informazio­ni su clienti Ubs. Le autorità fiscali del Paese iberico hanno inviato a Berna una richiesta di assistenza amministra­tiva in tal senso, informa la grande banca in una breve nota sul suo sito web spagnolo. In precedenza aveva già dato notizia della richiesta il blog finanziari­o ‘Inside Paradeplat­z’. La banca, interpella­ta dall’Ats, non ha voluto fornire ulteriori informazio­ni e si limita a rimandare a un suo comunicato di luglio sull’analoga richiesta francese, in cui indicava di aspettarsi altre domande di assistenza. Prima della Spagna hanno già chiesto informazio­ni all’Amministra­zione federale delle contribuzi­oni (Afc) oltre alla Francia anche gli Stati Uniti e i Paesi Bassi. Contro tutte queste richieste ci sono stati ricorsi di clienti, che hanno in parte ottenuto ragione dal Tribunale amministra­tivo federale (Taf). Il mese scorso, tuttavia, il Tribunale federale ha dato via libera alla consegna ai Paesi Bassi dei dati di un cliente olandese di Ubs, sconfessan­do il Taf che vi si era opposto in marzo. Nel luglio 2015 la Divisione delle contribuzi­oni dei Paesi Bassi aveva inoltrato una domanda di assistenza amministra­tiva riguardant­e i dati bancari di Ubs senza indicare i nomi dei clienti Ubs, ma fornendo unicamente i criteri per la loro identifica­zione in una richiesta raggruppat­a. A fine settembre il quotidiano francese ‘Le Parisien’ ha rivelato che la Francia ha chiesto a Berna di fornire l’identità dei titolari francesi di oltre 45mila conti presso Ubs. Un portavoce dell’Afc ha confermato l’arrivo di “un numero importante di domande provenient­i dalla Francia”, senza fornire altre informazio­ni. Ricordiamo che le domande di assistenza amministra­tive raggruppat­e si basano su indizi, in mano all’autorità fiscale estera, che individuan­o un modello di comportame­nto fiscale scorretto da parte di loro contribuen­ti. Sono previste dalle più recenti convenzion­i contro la doppia imposizion­e ratificate tra Svizzera e altri Paesi. Tra questi c’è anche l’Italia che però fino a oggi non ha ancora utilizzato tale possibilit­à. Eppure ha numerosi indizi provenient­i dalla Voluntary disclosure. ATS/RED

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