L’Ocst denuncia pratiche salariali scorrette nelle aziende di Bonifaccio
È un’accusa pesante, quella del sindacato Ocst, nei confronti del presidente dell’Associazione ticinese mastri gessatori Giancarlo Bonifaccio. Stando al sindacato la Cpr Sa, impresa di gessatura il cui titolare è lo stesso Bonifaccio, avrebbe “già trovato la soluzione ‘fai da te’ per introdurre la figura di garzone”. Ricordiamo che nelle discussioni per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro lo stesso Bonifaccio ha insistito in modo particolare per inserire questa categoria salariale con uno stipendio più basso rispetto a quello ora contrattualmente previsto (24,60 franchi l’ora lordi, ovviamente). L’Organizzazione cristiano sociale ticinese in una nota diffusa ieri e a firma di Paolo Locatelli, denuncia il subappalto della Cpr Sa “in un cantiere a Cadro alla ditta Fvl gessi Sagl (ditta non iscritta alla Commissione paritetica né tantomeno alla Lia) che a sua volta impiega tre propri dipendenti e quattro lavoratori di un’agenzia interinale con la mansione di ‘addetti carico/scarico materiale’ con salari evidentemente più bassi dei citati 24,60 franchi l’ora”. In un cantiere a Canobbio – continua l’Ocst – la Cpr è presente con due lavoratori: il primo regolarmente remunerato dalla stessa azienda, il secondo alle dipendenze della Sbsicurezza Sagl (serrature di sicurezza), ditta che fa capo a Giancarlo Bonifaccio con salari evidentemente più bassi del minimo contrattuale”. Infine, sul cantiere ‘Petalo’ sul Monte Generoso la Cpr Sa è presente con due suoi lavoratori regolarmente remunerati e altri tre alle dipendenze sempre della Sbsicurezza Sagl “con salari evidentemente più bassi dei citati 24,60 franchi l’ora”, fa notare l’Ocst. “Tre cantieri che danno una risposta al perché il Ccl è stato disdetto dall’Atmg in quanto i sindacati non vogliono entrare nel merito di una categoria professionale più bassa di quella di manovale: nelle intenzioni del presidente si trattava infatti di rendere contrattuale ciò che il Ccl attualmente in vigore non permette”, si conclude. La Commissione paritetica cantonale del gesso – si fa sapere – avvierà formalmente la procedura di accertamento delle violazioni contrattuali. L’interessato nega gli addebiti. RED