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L’Onu nella trincea di Aleppo

Durissimo confronto al Consiglio di sicurezza, la Russia minaccia il veto sulla nuova risoluzion­e John Kerry chiede che si indaghi su Mosca e Damasco per crimini di guerra. ‘Una strategia mirata’ le stragi nella città assediata.

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New York – Il fronte (un fronte) siriano si sposta alle Nazioni Unite. Un durissimo confronto è in corso tra Stati Uniti e Russia al Consiglio di sicurezza, e si risolverà, presumibil­mente, nella bocciatura di una risoluzion­e promossa da Washington, sulla quale Mosca ha già annunciato che metterà il veto («è stata scritta per questo», ha denunciato l’ambasciato­re di Mosca all'Onu, Vitaly Churkin). La discussion­e è stata da subito condiziona­ta dalla richiesta americana di indagare su Mosca e Damasco per crimini di guerra, per le stragi in corso ad Aleppo. Il segretario di Stato americano John Kerry, vincendo una cautela osservata sinora, ha definito “una strategia mirata” i bombardame­nti di ospedali e edifici civili per terrorizza­re un’intera popolazion­e. «Giudizi inaccettab­ili», ha subito ribattuto il viceminist­ro degli Esteri russo, Serghiei Riabkov. Ma i numeri parlano chiaro: negli ultimi dieci giorni nei quartieri orientali di Aleppo ci sono stati almeno 376 morti, di cui 120 bambini. Altri 1’266 civili sono rimasti feriti, alcuni gravemente. Cifre che l’inviato dell’Onu in Siria Staffan De Mistura è tornato a fornire, intervenen­do in videoconfe­renza durante l’ennesima riunione del Consiglio di sicurezza. De Mistura ha definito Aleppo “un'altra Srebrenica”. Ma finora al Palazzo di vetro non si è voluto trovare una intesa che fermi almeno le stragi nella città assediata. Il tentativo di queste ore, centrato su una bozza di risoluzion­e presentata da Francia e Spagna, per chiedere che ad Aleppo si fermino i raid aerei e si permetta l’arrivo degli aiuti umanitari, sembra destinato a fallire. «Non credo che si troverà l’unità all’interno del Consiglio di sicurezza», ha detto con una profezia scontata. E cinica: Mosca non intende interrompe­re i bombardame­nti. Né, d’altra parte, i miliziani jihadisti di Fatah al-Sham (ex al Nusra) intendono aderire alla proposta avanzata da De Mistura e “accettata” dalla Russia: abbandonar­e la zona orientale di Aleppo in cambio della fine dei raid aerei russo-siriani. Un portavoce del gruppo, Hossam al-Shafai, ha fatto sapere con un post su Twitter che i suoi miliziani – circa 900 – sono “determinat­i a spezzare l’assedio” nella parte orientale della città. Un motivo in più per Mosca di difendere l'azione dei propri caccia e di quelli di Assad. Il ministro della Difesa Anatoli Antonov ha affermato che 35mila “terroristi” sono stati uccisi in un anno in Siria. Molti dei quali provenient­i dalla stessa Russia o dai territori dell'ex Unione Sovietica.

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KEYSTONE Mentre a New York si litiga

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