Centinaia di morti ad Haiti
Port-au-Prince/New York – Sta assumendo dimensioni catastrofiche il numero di vittime haitiane dell’uragano Matthew. Un bilancio aggiornato a ieri sera indicava 842 morti, ma i numeri sembrano drammaticamente destinati a crescere di ora in ora. Le autorità locali e gli operatori umanitari sul posto temono migliaia di vittime perché alcune delle aree più colpite dalla tempesta sono ancora irraggiungibili per i soccorritori. I testimoni parlano di un Paese precipitato nella più grave crisi umanitaria dai tempi del terremoto del 2010. Nella capitale si sta cercando di coordinare gli aiuti che cominciano a giungere sull’isola. Sono partiti i primi elicotteri per la ricognizione delle aree devastate dall’uragano e voli umanitari, ma il grosso degli interventi deve essere condotto via terra. Frane, smottamenti, e il crollo dei ponti rendono però impraticabili le strade. Sono state danneggiate le piantagioni di riso, di cacao, sono stati compromessi gli allevamenti di bestiame e le carcasse di animali in putrefazione aggravano l’emergenza sanitaria. Anche Barack Obama ha lanciato un appello agli americani invitandoli ad aiutare il più possibile la popolazione dell’isola caraibica. Il presidente statunitense si è poi rivolto nuovamente ai residenti delle zone interessate dall’uragano, sollecitandoli a evacuare laddove richiesto dalle autorità. Anche se per ora è stato scongiurato l’impatto diretto sul Sud della Florida ed è stato ridimensionato alla “categoria 3”, Matthew prosegue la sua corsa verso nord. Il rischio maggiore in queste ore è per Jacksonville, dove alcune zone sono già state allagate. Quasi un milione di abitazioni sono rimaste senza energia elettrica e circa 4’500 voli sono stati cancellati nei tre Stati a rischio: oltre alla Florida, la Georgia e la South Carolina.