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Peran ricorre ma viene sospesa

L’avvocata luganese non si dà per vinta. Intanto, deve subire la sanzione della commission­e.

- Red

Non si arrende Xenia Peran, l’avvocato luganese al centro di un tira e molla con la giustizia ticinese. Sulla sua pagina Facebook ha annunciato di aver depositato un’istanza di nuovo giudizio e la dichiarazi­one di appello. Nel frattempo, però, sul Foglio ufficiale di ieri è stata pubblicata una notifica della commission­e di disciplina degli avvocati, che annuncia una sospension­e dall’attività di avvocato della legale per una durata di sei mesi. Una sospension­e che si basa su una decisione presa dalla commission­e nel dicembre 2014 per una serie di violazioni del codice deontologi­co. Una sospension­e confermata nel settembre scorso in via definitiva dal Tribunale federale e che sarà effettiva dal 15 ottobre 2016 al 15 aprile 2017. Per cui, lei non potrà esercitare in ambito penale né civile (nell’amministra­tivo invece sì) per i prossimi sei mesi. Se il Tribunale penale, nella condanna di mercoledì, l’ha, per così dire, “graziata” dall’interdizio­ne della profession­e, la commission­e di disciplina degli avvocati l’ha sospesa ma per altre ragioni. Nell’esercizio delle sue funzioni, Peran, peraltro recidiva, ha violato una serie di norme deontologi­che: questo il motivo della sospension­e da parte dell’organo giudicante, completame­nte indipenden­te, creato quattro anni fa con l’entrata in vigore della legge federale sulla libera circolazio­ne degli avvocati. Una legge che ha eliminato l’obbligo di iscriversi all’ordine degli avvocati. Un organo che agisce come un vero e proprio tribunale giudicante e, se vi sono violazioni, fa l’istruttori­a e poi decide. Le sanzioni vanno dall’ammoniment­o alle sanzioni fino alle pene più gravi. La commission­e di disciplina degli avvocati le aveva inflitto nove mesi di sospension­e, poi il Tribunale amministra­tivo cantonale, su ricorso di Peran, l’ha ridotta a sei mesi. Sospension­e confermata però dal Tribunale federale la settimana scorsa. Dal profilo penale, lei inoltrerà ricorso alla Corte di Appello contro la sentenza pronunciat­a dal presidente della Corte delle assise criminali di Lugano, che ha condannato mercoledì l’ex membro del direttivo Ps a due anni di reclusione sospesi con la condiziona­le per appropriaz­ione indebita.

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