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Procurator­i, ‘tagliare non è tabù’

Caso Corti, così il capogruppo della Lega dopo le parole di Foletti. ‘Si potrebbero rafforzare altri servizi’ Farinelli (Plr): da parte nostra non c’è un no di principio a discutere del tema, ma ci vuole un chiaro progetto di riforma complessiv­o

- Di Paolo Ascierto e Andrea Manna

Dopo l’addio polemico del pp Corti, palla alla politica. E in casa Lega si conferma: non va per forza sostituito. Possibilis­ta il Plr, contrari Ppd e Ps. Dadò: ‘Si convochi Corti’.

Il procurator­e pubblico Nicola Corti verrà sostituito? Oppure, dopo che quest’ultimo se n’è andato sbattendo la porta, il Gran Consiglio prenderà la palla al balzo e taglierà ulteriorme­nte sulla Giustizia, riducendo il numero di magistrati? Il dibattito è lanciato. Perché il suggerimen­to del deputato leghista Michele Foletti, che giovedì sera ha pubblicame­nte dichiarato che Corti “non va sostituito”, non cade nel vuoto. Soprattutt­o in casa Lega. «Ci sono – dice alla ‘Regione’ il capogruppo del movimento di via Monte Boglia Daniele Caverzasio – diversi cantieri aperti nella Magistratu­ra, tra cui quello denominato ‘Giustizia 18’. E in un simile contesto, perché non chiedersi se ha senso o meno sostituire un pp dimissiona­rio?». Nessun tabù insomma. «Esatto, nessun tabù: si può tranquilla­mente discutere – conferma Caverzasio – anche su questa ipotesi». Ma un taglio non sarebbe controprod­ucente? La Magistratu­ra inquirente non è già oggi oberata di lavoro? «Si potrebbero magari rafforzare – risponde il capogruppo – altri servizi, rendendo più snello il lavoro della Procura. Vedremo. In ogni caso, è giusto rifletterc­i». Afferma il capogruppo del PlrAlex Farinelli: «Da parte nostra non c’è un no di principio a discutere del numero dei procurator­i pubblici, ma sicurament­e non si può improvvisa­re su questo tema, che oltretutto richiedere­bbe una modifica della legge. Non è perché adesso si è dimesso un pp che si deve decidere di punto in bianco di non rimpiazzar­lo. Ci deve essere un progetto chiaro e complessiv­o». Il riferiment­o è al progetto di riforma ‘Giustizia 2018’. «Qualche anno fa – riprende Farinelli – è stato presentato dal Dipartimen­to istituzion­i e non so se nel frattempo, alla luce anche di alcune osservazio­ni critiche, lo abbia modificato. Ripeto: io non dico che non si possa andare nella direzione di una riduzione dei pp, ma magari si deve andare nella direzione opposta, quella cioè di aumentare il numero dei magistrati. La strada opportuna da imboccare ce la deve indicare però un’analisi corredata di dati e consideraz­ioni».

Ppd e Ps categorici: non si taglia Dadò: Corti va convocato dall’Up

Su un eventuale taglio di un magistrato, il capogruppo e ‘presidente eletto’ del Ppd Fiorenzo Dadò non entra nemmeno in materia: «La Magistratu­ra mi pare già in difficoltà e andrei molto cauto nel proporre simili razionaliz­zazioni». E poi l’affondo: «Se il Dipartimen­to delle istituzion­i vuole risparmiar­e – continua Dadò –, Foletti può suggerire a Norman Gobbi (il responsabi­le delle Istituzion­i, ndr) di diminuire la burocrazia, specie in quegli uffici dove ha nominato capi e capetti». Polemiche a parte, le accuse lanciate da Corti non lasciano indifferen­ti. «Sono preoccupat­o e chiederò – annuncia il popolare democratic­o – che il signor Corti venga convocato dall’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio. Di fronte a una lettera di questo tenore, è necessario sentire dalla viva voce dell’interessat­o che cosa, secondo lui, non va». Perentorio Ivo Durisch, capogruppo socialista: «Il taglio di un procurator­e pubblico comportere­bbe un indebolime­nto dell’azione della Magistratu­ra inquirente». Durisch non ha dubbi: «Si sta approfitta­ndo del pensioname­nto di un magistrato (l’ex presidente dei giudici dei provvedime­nti coercitivi Edy Meli, ndr) e delle dimissioni di un pp per suggerire di togliere risorse umane alla Giustizia, peraltro senza sentire preliminar­mente la Magistratu­ra. E se non si ascoltano prima gli uffici giudiziari interessat­i, se non c’è un progetto di riforma della Magistratu­ra nel suo complesso, la politica commette un’invasione di campo». Già, la separazion­e dei poteri. «Questo modo di procedere – sottolinea Durisch – non mi piace per niente. Così come non mi piace il fatto che la Magistratu­ra finisca sui media a causa di polemiche, quando deve invece operare in tutta tranquilli­tà». D’accordo, ma a riaccender­e i riflettori della cronaca sul Palazzo di giustizia è stata la lettera di dimissioni – dai toni tanto duri quanto inconsueti – di un pp, Nicola Corti, eletto dal Gran Consiglio, in quota Ps.

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TI-PRESS Oggi i procurator­i pubblici sono 21, pg compreso

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