Bruno Storni (Ata): ‘Il futuro sarà a trazione elettrica’
Si è di nuovo ai piedi della scala. Ancora una volta a essere sotto accusa sono i test di omologazione che avvengono in condizioni, diciamo così, ‘innaturali’. «Sono effettuati in laboratorio in situazioni che non rispecchiano la guida reale», ci spiega Bruno Storni, ingegnere e membro del comitato nazionale dell’Ata (Associazione traffico e ambiente). Da quest’anno i vari enti di omologazione europei, ma anche statunitensi e asiatici, introdurranno altri cicli di omologazione che dovrebbero essere più simili alle condizioni del traffico e di guida. La sigla è Wltp (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures). In pratica le accelerazioni dovranno essere più rapide, la durata di esecuzione maggiore, la distanza percorsa più grande e la velocità massima raggiunta più elevata. Tutto questo per cercare di ottenere e riprodurre una situazione di ‘collaudo’ più vicina a quella della guida reale su strada.
«Nel caso Volkswagen, scoppiato ormai un anno e mezzo fa, c’era addirittura un software che riconosceva quando l’auto era in fase di test e addirittura spegneva gli iniettori di ammoniaca (urea, ndr) usata per abbattere le emissioni di NOx, gli ossidi di azoto, tipiche dei motori Diesel. Lo avevano fatto per ragioni di risparmio», continua Bruno Storni secondo cui dopo il ‘caso’ Volkswagen (la casa tedesca è corsa ai ripari, ndr) e gli eventuali sviluppi dei ‘casi’ Renault e Fiat Chrysler (anche il Dipartimento di giustizia statunitense ha aperto un procedimento, ndr) i motori Diesel hanno fatto il loro tempo. «Il futuro si chiama auto elettrica. Le quote di mercato sono ancora piccole ma in forte crescita», spiega ancora Storni. Addirittura la Cina sta facendo progressi nell’auto elettrica con una media di 250mila nuovi veicoli l’anno immatricolati. «In quel Paese da alcuni anni le immatricolazioni di auto a combustione sono contingentate mentre quelle elettriche sono libere. In Occidente stanno avendo molto successo i modelli elettrici della Tesla che rimangono ancora molto cari, ma la strada è tracciata e anche i marchi classici si adegueranno alle richieste del mercato», conclude Storni.