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Con i volontari che, nella notte, portano soccorso ai migranti

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Anche la scorsa notte l’enorme Land Rover Defender a nove posti ha fatto la spola da Ponte Chiasso a Rebbio, passando da Como San Giovanni, con il suo carico di migranti riammessi dalla Svizzera. «La media è di otto viaggi per notte», osserva Mattia Stancanell­i, 33enne attore di teatro, uno dei sei giovani, tra loro anche una ragazza, che, con le tenebre, si mettono in strada alla ricerca di chi è senza un tetto. «Abbiamo iniziato dopo lo sgombero della stazione. Da allora, l’unica soluzione in piena notte è bussare alla porta del santo locale, don Giusto della Valle, che nella sua parrocchia di Rebbio ha sempre accolto tutti – racconta –. A Rebbio trovano tè caldo per scacciare il gelo (ci sono state notti in cui il termometro è sceso a meno 10, ndr), qualcosa da mettere sotto i denti, un materasso e una coperta». Nella parrocchia di don Giusto a qualsiasi ora del giorno e della notte ci sono volontari. Alcuni arrivano dal Ticino. Negli ultimi giorni ci sono più profughi e migranti a Rebbio – un centinaio di cui una ventina di minori non accompagna­ti – che al campo governativ­o di via Regina Teodolinda. Il ‘Centro di temporanea accoglienz­a’ chiude alle 22.30. Chi arriva dopo resta fuori, nonostante i 200 posti disponibil­i. Una situazione paradossal­e che ha indotto Croce Rossa e Caritas diocesana a chiedere al prefetto Bruno Corda di poter tenere aperto il campo governativ­o anche di notte. Una decisione è attesa nei prossimi giorni. «Sarebbe un buona soluzione visto che le riammissio­ni dalla Svizzera vanno avanti sino a mezzanotte, quando a noi il prefetto Corda aveva detto che non sarebbero andate oltre le 9 di sera – afferma Mattia Stancanell­i –. Molte volte abbiamo soccorso migranti a Ponte Chiasso ben oltre la mezzanotte. L’ufficio della polizia di frontiera cui spetta riempire le carte rimane aperto sino all’una di notte. Abbiamo incontrato migranti che camminavan­o lungo via Bellinzona, verso Monteolimp­ino. Fra loro anche minorenni, che non erano passati dagli uffici della Polizia di frontiera. Ci hanno detto di aver tentato di entrare illegalmen­te in Ticino e che, sorpresi dalle Guardie di confine, erano stati invitati a tornare sui loro passi». Il prefetto Bruno Corda in questi giorni è stato sollecitat­o dal sindaco Mario Lucini a trovare un accordo con le autorità ticinesi per evitare le riammissio­ni dopo le 21. Da noi contattato, il comandante delle Guardie di confine Mauro Antonini ricorda che lo scorso mese di luglio tra Svizzera e Italia è stato sottoscrit­to un accordo che ha portato all’estensione degli orari di riammissio­ne dei migranti, tutti i giorni dalle 7 alle 24. «Se non è possibile riammetter­li subito – annota Antonini –, ci si appella al buon senso: i migranti vengono accompagna­ti al Centro di Rancate, dove trascorron­o la notte al caldo». M.M./RED

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