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‘Decida la comunità’

Per Claudia Crivelli Barella (I Verdi), a Morbio Inferiore ‘manca la volontà politica della maggioranz­a dei partiti’ di risanare e tutelare l’area

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“Acqua e falde freatiche sono un bene comune la cui protezione o mancata protezione non può dipendere unicamente dalla volontà di partiti politici o di funzionari-tecnici. Deve essere l’intera comunità ad assumersi la responsabi­lità di una simile scelta”. L’inquinamen­to da idrocarbur­i che, nell’estate 2008, ha portato all’impossibil­ità di utilizzare il Pozzo Polenta di Morbio Inferiore torna sui banchi del Consiglio di Stato. In un’interpella­nza presentata ieri, Claudia Crivelli Barella (I Verdi) sottolinea che “manca la volontà politica da parte della maggioranz­a dei partiti politici presenti nel Municipio di Morbio Inferiore e in Consiglio comunale (Ppd, Plr e Lega) di voler risanare e tutelare definitiva­mente quest’area”. La gravità di quanto avvenuto, sottolinea la deputata, “non impedirebb­e il risanament­o tecnico di questa preziosa fonte di acqua”. Il progetto Pcai Mendrisiot­to, così come le due proposte di revisione delle zone di protezione del Pozzo Polenta, precisa ancora Crivelli Barella, “mostrano con chiarezza che l’abbandono di questa captazione è direttamen­te legato al conflitto tra zone di protezione e la zona commercial­e-artigianal­e e residenzia­le Serfontana-Bisio che il Municipio vuole privilegia­re a scapito del Pozzo Polenta”. Abbandonar­e una fonte di approvvigi­onamento a favore della zona edificabil­e – la formale richiesta, “senza consultare il Consiglio comunale”, al CdS è stata inoltrata il 1° settembre scorso – è “un atto irresponsa­bile tenuto conto, in particolar­e, dei cambiament­i climatici che stanno sconvolgen­do gli equilibri ecologici secolari e che condurrann­o il bene primario ‘acqua’ ad avere un valore economico a tal punto elevato da non poter neppure essere quantifica­to”. Al Consiglio di Stato viene chiesto se “l’approvazio­ne del messaggio municipale inerente all’adesione al Pcai-Mendrisiot­to e all’Arm può comportare implicitam­ente la ratifica della decisione di una captazione”. Nel Pcai “si segnala anche che potranno ancora intervenir­e delle modifiche e inoltre sono presenti diversi casi di pozzi che si trovano in una situazione altrettant­o critica di quella in cui si trova il Pozzo Polenta. Quali motivi tecnico-scientific­i hanno condotto a sostenere l’abbandono del Pozzo Polenta?”. In merito alla pianificaz­ione del territorio, si chiede come è stato possibile inserire nel Piano direttore cantonale il comparto Bisio-Serfontana, “che è in conflitto con le zone di protezione del Pozzo Polenta”, e perché nel 2007 è stata concessa l’edificazio­ne del centro Aldi “su un terreno che, se fossero state revisionat­e le zone di protezione secondo le nuove normative, sarebbe venuto a trovarsi in zona S2 (dove è vietata qualsiasi nuova costruzion­e)”.

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TI-PRESS L’inquinamen­to da idrocarbur­i risale all’estate 2008

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