laRegione

È stato tradito anche Pinter

- di Giovanni Medolago

Ma soprattutt­o: nel lavoro di Pinter, anche scavando tra le sottotracc­e, non c’è nessun indizio di una denuncia di quell’utopica ondata “rivoluzion­aria”. La contrappos­izione tra un agente letterario privo di scrupoli e interessat­o solo alla vendita di best seller ( Jerry) e un editore che viceversa è ancora legato a un minimo di senso etico (Robert) – unico quanto labile indizio della “lettura” sbandierat­a da Placido – esisteva infatti ben prima del ’68 e purtroppo sopravvive anche in epoca 2.0.

Secondo campanello d’allarme: la scenografi­a di Gianluca Amodio (sobria, dominata da due schermi/specchi dove si situa spazio-temporalme­nte la scena che andremo a vedere: Londra 1977, Torcello 1971 ecc.) può dirsi funzionale e ben congegnata. Peccato che il light designer (datore luci fa molto meno chic) Giuseppe Filipponio abbia poi sistemato dietro gli specchi/schermi, e sin dall’inizio della rappresent­azione, un faretto ben puntato verso la platea, disturband­o così la visione ad almeno metà degli spettatori.

Terzo, ultimo e sinistro driiin: proprio al Teatro di Chiasso ricordiamo una performanc­e dell’indimentic­abile Ernesto Calindri, all’epoca già ultranovan­tenne, lanciatosi armato solo del suo talento e della sua voce in un “assolo” declamato con le spalle alla platea e dal fondo del palcosceni­co, ben udibile anche da chi stava in alto in galleria! I tre giovani, baldi e aitanti attori sono stati invece “microfonat­i” da Placido… Insomma: un’oretta scarsa di performanc­e per uno spettacolo che certamente non si può definire indimentic­abile.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland