A2 a tre corsie, atto primo
Pubblicato il bando di concorso per selezionare i progettisti che svilupperanno il potenziamento L’Ustra fa un passo avanti verso l’allargamento dell’autostrada fra Lugano sud e Mendrisio. L’idea di massima c’è, adesso va consolidata.
Se le colonne sottocenerine lungo l’autostrada sono da tempo un incubo, la diluizione del traffico resta un sogno. Che potrebbe avverarsi da qui al 2040. Una possibilità per allargare l’imbuto sull’A2 fra Lugano sud e Mendrisio c’è ed è già sul tavolo del Consiglio federale. Per sbrogliare la matassa della viabilità si prospetta la creazione di una terza corsia. Come? L’idea (tutta da sviluppare) è quella di allargare le gallerie (del San Salvatore e di San Nicolao) e di sfruttare la corsia di emergenza sul ponte diga di Melide e da Maroggia a Mendrisio. L’impresa, certo, è di quelle impegnative, dal profilo tecnico e finanziario. A Berna hanno calcolato di spendere circa 1 miliardo di franchi. Sta di fatto che il progetto di potenziare il principale asse di scorrimento per gli ultimi (o i primi) quindici chilometri è concreto. Lo è ancora di più da inizio maggio, quando l’Ufficio federale delle strade (Ustra) ha pubblicato sul portale Simap un bando di concorso. L’obiettivo dichiarato è quello di selezionare i progettisti che si metteranno, poi, al piano di lavoro e svilupperanno il mandato, e con esso il progetto generale. Quindi si può ben dire che un primo passo tangibile verso la soluzione del problema è stato compiuto. Per i pendolari che ogni giorno incappano nell’ingorgo non vi è ancora motivo di entusiasmarsi – la strada, in effetti, è lunga e l’iter non privo di ostacoli –, ma le intenzioni iniziano a prendere forma. Del resto, anche la scheda di coordinamento del febbraio scorso ancorata al Piano settoriale dei trasporti (alla voce infrastrutture stradali) riconosce, nero su bianco, la necessità di rafforzare il collegamento. Una esigenza inserita, peraltro, pure nel Programma di agglomerato del Mendrisiotto di terza generazione. D’altra parte, che nelle ore di punta, mattina e sera, il tratto meridionale dell’autostrada sia alquanto sollecitato, è sotto gli occhi di tutti (autorità comprese). E l’orizzonte temporale del 2030 sembra indicare una data fatidica quanto a sostenibilità.
Assegnati i compiti
Non rimane che eliminare la strozzatura. Anche perché, come segnala sempre la scheda, “l’unica alternativa sarebbe data dalla strada cantonale, che attraversando però diversi centri abitati, ed essendo a sua volta già molto carica, non è in grado di assorbire ulteriori aumenti di traffico”. Una volta di più il nodo da sciogliere, oltre alla fattibilità, è la disponibilità a bilancio. La stessa scheda non nasconde che il finanziamento, attingendo al fondo dell’infrastruttura, “è al momento improbabile”. Per cominciare, dunque, si pensa a immaginare l’operazione sulla
mappa. E si attendono le candidature dei progettisti, che dovranno farsi avanti entro la fine di giugno. L’apertura delle offerte, infatti, è in agenda per il 10 luglio prossimo alla filiale di Bellinzona dell’Ustra. A quel punto l’ampliamento dell’infrastruttura autostradale potrà essere messo davvero in cantiere. Un passaggio importante per riempire di contenuti il potenziamento dell’A2. Ad oggi gli interventi allineati nel bando di concorso traducono, in sostanza, le intenzioni federali. Intendimenti che andranno, poi, sviluppati e dovranno ricevere, di seguito, il via libera del governo centrale. In sintesi, si annuncia, si prefigura di costruire una nuova galleria a tre corsie al San Salvatore, in direzione sud-nord; di allargare i tunnel di San Nicolao, mantenendo il traffico in esercizio; infine di creare una terza carreggiata “dinamica” nei due sensi di marcia, convertendo, come detto, le corsie di emergenza in corridoi di scorrimento.