Zona industriale fuori pericolo
A Castione concluso l’innalzamento degli argini di Ticino e Moesa. Non c’è più rischio di esondazione
La situazione precedente era tra le ragioni del mancato avallamento completo della variante Pr da parte del Cantone. Ancora nessun acconto versato dall’imprenditore italiano per lo stadio.
Argini più alti per un tratto di 1,5 km lungo i fiumi Moesa e Ticino a Castione e una nuova passerella ciclopedonale in zona centro sportivo comunale, che permette di raggiungere in modo scorrevole la stazione Ffs dal ponte dell’ex Ferrovia retica. Sono queste le due importanti opere presentate ieri alla stampa dal Comune di Arbedo-Castione e dal Dipartimento del territorio. Poco meno di un milione l’investimento complessivo (650mila per gli argini, 300mila per la passerella), suddiviso tra Cantone, Comune, Confederazione e Commissione regionale dei trasporti. Un importo «sensibilmente inferiore rispetto a quanto preventivato – ha spiegato il capo Dicastero traffico Renzo Bollini – grazie alla situazione di mercato favorevole». Basti pensare che nel maggio del 2015 il legislativo di Arbedo-Castione aveva stanziato 1,35 milioni per l’innalzamento degli argini, oltre il doppio del necessario. Uno degli obiettivi della nuova passerella, ha sottolineato il sindaco Luigi Decarli, consiste nell’incentivare la popolazione a preferire la mobilità lenta per raggiungere questa zona che, oltre alla stazione, vede la presenza anche di campi da calcio e di tennis e industrie. Ciò che auspica pure il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali , in particolare per valorizzare ulteriormente il nodo intermodale in stazione, realizzato nel 2016 e ancora poco frequentato. I lavori di premunizione dei corsi d’acqua – durati otto mesi e nei quali si è inserita pure la sistemazione della pista d’argine, ora più accessibile a pedoni e ciclisti – hanno invece permesso di mettere in sicurezza il comparto artigianale e industriale fino alla linea Ffs e una parte della zona residenziale di Castione. Studi avevano infatti evidenziato il rischio di allagamento di queste zone in caso di piene significative dei due fiumi: più precisamente nella superficie compresa tra il Ticino e il tracciato ferroviario il pericolo era giudicato da elevato a medio; nel comparto est della linea ferroviaria da medio a residuo. Anche se la natura è imprevedibile e il rischio zero non può mai essere escluso del tutto, ora la zona non è comunque più a rischio esondazione in caso di piene cosiddette trecentenarie.
Ricorso del Comune sulla variante Pr
ancora pendente al Tram
La conclusione dei lavori agli argini – curati dallo studio d’ingegneria bellinzonese Giorgio Masotti – potrebbe rappresentare un passo in avanti verso il via libera alla variante di Piano regolatore elaborata dal Comune per questo comparto. Ri-
cordiamo infatti che a dicembre 2015 il governo ha solo parzialmente avallato la variante adducendo tra le motivazioni l’assenza di adeguate arginature (in quel momento erano già progettate ma bloccate da un ricorso) che potessero evitare esondazioni dannosissime, in termini finanziari, alle ditte già insediatesi. Una
decisione a cui il Comune si è opposto con un ricorso al Tram tuttora pendente. Gli argini non erano però l’unico punto critico sollevato dal Cantone, che invitava il Comune a riverificare sia lo spazio destinato ai commerci, sia l’opportunità di confermare l’inserimento di uno stadio. A proposito di stadio, scadeva ieri la proroga
concessa dal Municipio per il versamento dell’acconto di 9 milioni da parte dell’imprenditore italiano che negli scorsi mesi aveva mostrato interesse per il progetto. Fino a ieri nessuna notizia ma il sindaco ha spiegato alla ‘Regione’ che il termine era indicativo e non è dunque escluso un contatto prossimamente.