Nel ‘mare’ di Testa il senso dell’uomo
Non mancano le occasioni di scoperta e di riflessione a Territori, festival di teatro in spazi urbani che è ormai diventato un appuntamento consueto nell’estate bellinzonese. Quest’anno il filo conduttore è quello degli ‘Svelamenti’, a partire dai veli o dalle maschere che oggi possono celare la nostra identità, in Oriente come in Occidente. Se le palestinesi Farah Saleh e Salma Ataya hanno portato in scena il velo nella cultura islamica nei suoi molteplici valori, dalla scelta all’imposizione, con ‘La semplicità ingannata’ l’italiana Marta Cuscunà ha raccontato la rivolta di un gruppo di suore del 16esimo secolo. Ma le proposte di Territori sono state molte di più, con cui per altro sondare le innumerevoli vie su cui oggi il cosiddetto “teatro” può esprimersi, rivelando commistioni di linguaggi davvero sorprendenti: ad esempio, uno sguardo lo merita l’esposizione ‘Io sono un’altra’ di Camilla Parini a Villa dei Cedri (fino al 6 agosto). Oggi Territori presenta la sua ultima giornata, che culminerà al Teatro Sociale con ‘Da questa parte del mare’ di Giuseppe Cederna, ispirato dal disco e dal libro omonimi di Gianmaria Testa. Quello di Testa, come si legge nella presentazione, è stato “un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell’umano”. Oppure, fra le 11 e le 19, si potrà andare alla scoperta (una persona alla volta) dell’installazione ‘Blinded’ dell’iraniana Azadeh Ganjeh che, per evocare la condizione di chi è confinato dietro un velo, propone un’esperienza del tutto particolare: ci si annuncia all’ufficio prevendita, si concorda un orario, si va alla Casa del Popolo e si ritira la chiave di un appartamento, poi si “esplora questa cella”, i suoi rumori e i suoi oggetti, testimoni di una “vita solitaria”. Fra le varie cose, alle 15 a Castelgrande si può scoprire ‘Fabula’, progetto radiofonico di Flavio Stroppini che racconta 2’600 anni di storia della Mesolcina. Alle 22, poi, nella Torre Nera del castello si potrà assistere a ‘DahüStudio’, in cui una compagnia ticinese (Opera RetablO) e una vallesana (Mladha) portano in scena il valore e la necessità del rito oggi (territori.ch).